Il nuovo prevosto don Claudio Galimberti saluta i fedeli di Saronno
Domenica 5 settembre il nuovo prevosto di Saronno ha celebrato la sua prima Messa saronnese
La data ufficiale per il suo ingresso nella Comunità Pastorale Crocifisso Risorto di Saronno è fissata per il 2 ottobre prossimo, quando ci sarà una Messa solenne con la presentazione da parte del vicario episcopale Luca Raimondi.
Domenica 5 settembre il nuovo prevosto di Saronno, don Claudio Galimberti, classe 1952, nato a Meda e ordinato sacerdote nel 1976, ha celebrato la sua prima Messa saronnese. Arriva dalla vicina Garbagnate Milanese, dove è stato responsabile della comunità pastorale “Santa Croce”.
Alla celebrazione hanno assistito tanti fedeli, curiosi di conoscere il nuovo prevosto, chiamato a sostituire don Armando Cattaneo, che sarà salutato il 19 settembre.
Per salutare la sua nuova comunità, don Claudio ha voluto pubblicare sul notiziario parrocchiale un testo, il primo della sua nuova esperienza.
Carissimi Saronnesi,
sono il Vostro nuovo Prevosto. Mi
chiamo don Claudio e vengo con gioia e con entusiasmo in questa bella e vivace città. Ho scoperto da poco la sua storia, la sua arte, il grande lavoro dell’associazionismo e tante belle realtà che fanno onore a questa Comunità.
Non sono più un giovanotto: chiamato dal nostro Arcivescovo, desidero comunque donare tutte le mie energie perché la Parola del Vangelo, continui a risuonare nelle nostre case, nei quartieri, nelle associazioni e gruppi che fanno da lievito alla vita comunitaria, civile, e sociale. Vengo per servire, con i poveri doni che il Signore mi ha dato, e di cui sono riconoscente, e per annunciare la Misericordia di Dio che è all’opera per generare fraternità. La fraternità cresce con relazioni vere, umane, senza calcoli, e per il bene della Comunità. Se siamo soliti rimarcare i confini e le tradizioni, e questo ci da sicurezza, dobbiamo imparare, con uno sguardo più aperto e generoso, a riscoprire nel volto dell’altro non un competitor, ma un mendicante – come noi – di felicità. E cercarla insieme questa felicità che viene dall’incontro con Gesù.In questo tempo, che non si capisce se è un tramonto o un’aurora, dobbiamo tenere accesa, per il bene di tutti, la semplice fiamma della via evangelica. Forse in pochi, oggi, aspettano seriamente qualcosa dalla Chiesa. Eppure tutte le volte che essa ridà ossigeno alla fiamma del Vangelo, qualcuno alza lo sguardo. Sarà importante allora, diventare un laboratorio diffuso, in continuo fermento, dove giovani e adulti, uomini e donne, tengano vive quelle relazioni sociali senza le quali, intere situazioni di vita resterebbero privi di un minimo centro di gravità.
Lavoreremo insieme, la Diaconia, il Consiglio Pastorale e per gli Affari economici, i giovani, la gente comune, per aprirci ai problemi e alle cose belle che questo mondo va buttando sul tavolo ogni giorno, cercando in tutti i modi di costruire ponti di fraternità.Invito tutti – come dice Papa Francesco – a far partire “processi”, perché la missione evangelizzatrice, il Vangelo, abbia conseguenze nella vita della società e delle persone: non è solo un annuncio spirituale, disincarnato, ma deve tendere a rinnovare la cultura e la società. Il saluto reciproco, il sorriso, non di circostanza, la carità reciproca, diranno la nostra gioia per aver scelto il Signore Gesù come via,verità e vita.
Ci vediamo presto. Fatevi conoscere. Il Signore ci benedica tutti.
don Claudio Galimberti
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