“Cari Dem Saronnesi, anche sui medici non la raccontate mai giusta”
Nota della Lega Lombarda Saronno inerente alla risposta del PD Saronnese sui medici di base
Nota della Lega Lombarda Saronno inerente alla risposta del PD Saronnese sui medici di base.
Una delle sfide attuali è quella di riuscire a fare più chiarezza possibile nella discussione politica. Gli slogan sommergono di gran lunga i contenuti e le proposte rischiano di essere offuscate da accuse prive di contesto.
I colleghi del Partito Democratico, con i loro consulenti alla comunicazione, come sempre utilizzano le solite critiche ripetute allo sfinimento, sperando così di introiettare il loro messaggio elettorale nelle teste degli elettori. Peccato che la realtà sia diversa dal mondo tragico e oscuro dipinto dagli stimati avversari: giusto per dare onore al contesto reale in cui siamo immersi, è notizia del Marzo 2021 che la sanità lombarda sia considerata un’eccellenza secondo una ricerca internazionale ad opera della notissima rivista americana Newsweek in collaborazione con l’istituto di ricerca Statista Inc. I risultati prodotti dalla collaborazione tra pubblico e privato secondo il sistema di cui la Lega è stata ed è promotrice, danno quindi evidenze di concreto successo, rispetto alle storie tragiche raccontate dal PD e soci.
Proprio partendo da questi successi riconosciuti e promossi anche dall’estero, bisogna continuare verso un continuo miglioramento del servizio pubblico che la sanità lombarda deve offrire ai suoi cittadini, che, ricordiamolo, sono i contribuenti più “generosi” d’Italia con 54miliardi di residuo fiscale annuo. In questo spirito di sinergia tra pubblico e privato, trova la sua ragion d’essere la richiesta di aumentare i finanziamenti per le borse di studio per i Medici di Base, e a conforto di questa posizione, vediamo brevemente la fotografia attuale, le responsabilità e le mansioni che prevede l’attuale architettura istituzionale, e come si inserisce la nostra proposta.
Secondo quanto diffuso dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, nei prossimi cinque anni, su base nazionale, smetteranno di esercitare 14.908 medici di famiglia – circa il 53% del totale – con la conseguenza che circa 14 milioni di italiani rischiano di rimanere senza medico di base. Fra tagli e minori entrate il Sistema Sanitario Nazionale ha perso negli ultimi dieci anni 37 miliardi di euro, di cui circa 25 miliardi nel 2010-2015 per tagli conseguenti a varie manovre finanziarie ed oltre 12 miliardi nel 2015-2019, quando alla sanità sono state destinate meno risorse di quelle programmate per esigenze di finanza pubblica. Le regioni più penalizzate sono state proprio quelle, come la Lombardia, che hanno sempre avuto una programmazione finanziaria d’eccellenza, riconosciuta dalle principali agenzie internazionali di rating. La nostra regione, addirittura, pur avendo il bilancio sanitario più efficiente d’Italia, è quella che ha pagato il prezzo più alto.
Inutile ricordare agli attenti Dem, che il PD è stato costantemente al governo negli ultimi dieci anni, ma consci che i colleghi saronnesi non possono avere responsabilità diretta, ci limitiamo a ravvisare che questa depauperazione della Sanità pubblica nazionale e lombarda è avvenuta nel silenzio più totale del Partito Democratico e di tutte quelle forze politiche che ora, come durante il periodo pandemico, gridano allo scandalo e cercano di addossare alla Lombardia tutte le colpe.
Arrivando all’inserimento di nuovi medici di base, oggetto della nostra richiesta, la programmazione delle borse di studio per il corso di formazione in medicina generale è definita a livello nazionale, di concerto fra il Ministero della Salute e il Ministero dell’Università e della Ricerca. I risultati emersi dalle decisioni prese sono assolutamente insufficienti rispetto alle necessità della Lombardia:
- 90 borse di studio per il triennio 2016/2019;
- 100 borse di studio per il triennio 2017/2020;
- 317 borse di studio per il triennio 2018/2021 a cui la Lombardia ne ha aggiunte ulteriori 35 con risorse proprie;
- 313 borse di studio per il triennio 2019/2022;
- 174 borse di studio per il triennio 2020/2023.
Per far fronte a tale inefficienza, Regione Lombardia ha approvato le linee di sviluppo del corso di formazione in medicina generale, prevedendo l’attuazione del tirocinio professionalizzante: in questo modo, gli specializzandi potranno sostituire alcune attività teoriche con la pratica sul campo e la conseguente assegnazione di un massimo di 1.000 assisti.
La stessa deliberazione intende promuovere la conciliazione della sostenibilità economica degli specializzandi con l’attività didattica: con questo presupposto, infatti, allo specializzando vengono riconosciuti gli stessi incentivi del Medico “titolare”, in particolare per quanto concerne la medicina di gruppo e per il personale di studio.
A fronte di quanto fatto dalla Regione a guida Leghista, le rchieste allo stato centrale sono:
- ristabilire un numero congruo di borse di studio che sia almeno al pari della programmazione 2019/2022 di 313 borse di studio. Inoltre, visto il periodo emergenziale la fine del corso di specializzazione per i 379 tirocinanti, pur mantenendo il monte ore curriculare, e assegnare loro fino a 1.500 pazienti ciascuno.
- rivedere l’Accordo Collettivo Nazionale, dando ai Medici di Base una premialità economica per quanti decidano di aumentare il proprio massimale di assistiti.
- incentivare il lavoro in equipe multidisciplinare con infermieri, psicologi, assistenti sociali, e prevedere il supporto della telemedicina.
- l’aumento della quota di assistiti per i medici in formazione, dagli attuali 650 ai 1.000, mantenendo la borsa di studio e che il Ministero confermi la scelta di Regione Lombardia.
- semplificare il sistema di assegnazione degli ambiti carenti e di valutare una ridefinizione degli accessi alle facoltà di medicina, con particolare riferimento del numero chiuso
Per rispondere infine ai cari colleghi saronnesi del Partito Democratico, Speranza e il Pd chiedono alla Lombardia di incrementare il numero di borse di studio attraverso risorse proprie. Fermo restando che la Lombardia finanzia lo Stato italiano con oltre 54 miliardi di euro di residuo fiscale, è impensabile che le risorse del Fondo Sanitario Nazionale assegnate alla nostra regione debbano andare ad ottemperare ad una mancanza dello Stato. Perché mai dovremmo tagliare sulle cure ai malati oncologici – per fare un esempio – per rimediare ad un’inadempienza statale?
Segreteria Politica Lega Lombarda Saronno
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