Defibrillatori, via libera alla legge: diffusione nei luoghi pubblici e di lavoro
Abolita la responsabilità penale: chiunque potrà utilizzarli per salvare vite in caso di estrema necessità senza rischi legali
Di pochi giorni fa il via libera in via definitiva dalla Commissione Affari Sociali della Camera in sede legislativa alla legge che prevede la diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici e di lavoro e percorsi formativi nelle scuole.
Ad annunciare l’approvazione del provvedimento è il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé, promotore dell’iniziativa, che parla di una «legge attesa da 20 anni in Italia che da sempre ho definito ‘salvavita’ perché permetterà appunto di salvare migliaia di vite ogni anno, di diffondere cultura di prevenzione e primo soccorso. Oggi è stato colmato un vuoto normativo tutto italiano».
L’ITER
Sono stati necessari 7 diversi disegni di legge, presentati in Parlamento negli ultimi 13 anni, per riuscire ad arrivare all’approvazione di un provvedimento capace di contrastare efficacemente le 60.000 vittime causate ogni anno in Italia dall’arresto cardiaco improvviso , aumentate a più di 100.000 nel 2020 in conseguenza della pandemia (fonte: New England Journal of Medicine). Nonostante i frontespizi dei ddl riportassero chiaramente questi drammatici numeri e le soluzioni per ridurre drasticamente i decessi, riconoscendo come unica terapia efficace la defibrillazione precoce, questa patologia non ha mai sollevato un adeguato allarme sociale.
LA DISCUSSIONE
La discussione sul DDL 1441 “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici” è dunque iniziata alla Camera nel migliore dei modi nel maggio 2019 e nel giro di poche settimane si è giunti ad un testo unificato e condiviso, raggruppando una serie di proposte presentate negli ultimi mesi comprese quelle depositate ad aprile con l’appoggio di 60milavitedasalvare e della d.ssa Lucia Rizzi, presidente ANAPIC, dagli on. Paola Frassinetti, Marco Osnato e Walter Rizzetto riguardanti la dotazione dei defibrillatori nella scuola e nei condomini.
Dopo l’unanime approvazione della Camera il 30 luglio 2019, il ddl veniva assegnato alla 12a commissione igiene e sanità del Senato per quella che doveva essere una mera formalità legislativa ma che si è trasformata in una inaccettabile odissea lunga 2 anni, consumatasi tra cadute del Governo, ritardi nella nomina del presidente di commissione e pareri tecnici richiesti dai Ministeri interessati.
L’APPROVAZIONE
Finalmente il provvedimento viene approvato alla Camera, dove era tornato a seguito di alcune modifiche, il 28 luglio scorso rendendo operative alcune importanti intuizioni avute più di 20 anni fa dalla d.ssa Daniela Aschieri e dal proff. Alessandro Capucci che, primi in Europa, avevano avviato un progetto di defibrillazione pubblica a Piacenza: liberalizzazione dell’uso del defibrillatore (ogni cittadino potrà ora usarlo liberamente ), diffusione degli apparecchi in tutti gli uffici della Pubblica Amministrazione, scuole comprese, e sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza (treni, aerei, navi), introduzione per le centrali 118 di una applicazione che permetterà di attivare una rete di soccorso sociale e di individuare i defibrillatori più vicini al luogo dell’evento.
PERCENTUALI DI SOPRAVVIVENZA QUADRUPLICATE
«Una battaglia di civiltà durata più di 10 anni, portata avanti con gradi sforzi e caparbietà, grazie anche al supporto dell’on. Riccardo Olgiati che ha creduto nel progetto sin dal primo giorno della sua elezione», spiega Mirco Jurinovich presidente dell’associazione “60 mila vite da salvare”.
«Consapevoli che questa legge consentirà di quadruplicare le percentuali di sopravvivenza dei soggetti colpiti e di portare contemporaneamente un significativo risparmio della spesa sanitaria, il pensiero va alle migliaia di vite sfuggite via a causa della mancanza di un fondamentale strumento al quale la politica, in passato, non ha saputo dare il giusto peso», conclude Jurinovich.
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