Lago Ceresio Tour: la sponda comasca è la meta ideale per un week end fra natura e cultura
Luoghi sospesi nel tempo, cascate, chiese affrescate, scorci mozzafiato, paesi dipinti, riserve di biodiversità...tutti da scoprire
Il nostro Lago Ceresio Tour inizia una mattina di fine luglio, sotto un sole che preannuncia di essere rovente e che illumina la superficie dell’acqua con riverberi accecanti. Quello che vogliamo mostrarvi sono tutte le possibilità che offre questo territorio, incastonato come un gioiello prezioso (qual è) fra le Alpi e le Prealpi, fra i confini svizzeri e le province di Como e Varese.
Visto dall’alto il Ceresio è un lungo serpente sinuoso allungato fra i rilievi imponenti che lo cingono a nord e quelli dai profili più morbidi che ne delimitano il bacino a sud. La nostra ambizione è quella di guidarvi in un viaggio che entrerà fra i suoi vicoli e vi farà costeggiare le rive, scalare anche alle volte le sue montagne.
Partiremo dal bacino nord, in provincia di Como. I comuni sono quelli di Valsolda, Porlezza, Carlazzo, Bene Lario e Claino con Osteno e dove si può arrivare da due direttrici principali:
- Da Como passando per la Valle d’Intelvi scollinando a Claino con Osteno;
- Da Lugano attraverso la dogana di Gandria che si apre sulla Valsolda;
Sia da Como che da Varese il tempo di percorrenza è di circa 1 ora. Noi abbiamo scelto di arrivare da Lugano e siamo contenti della scelta perché la strada nell’ultimo tratto è magnifica, con tanti chilometri affacciati sulle acque cerulee del Lago Ceresio. Quel Lago che Luigi Pirandello, in una poesia intitolata “Lago di Lugano” descive così:
“Mi par che tutto or sia cangiato intorno;
mi rende estraneo tanta meraviglia…Nel passato ancor l’anima s’impiglia,
e guarda come da un lontano giorno.Sempre amai questo lago or fosco ed ora
morbido, come azzurro vel di seta.”
L’arrivo in Valsolda: buchi spazio temporali
Passata la dogana di Gandria giungiamo al primo punto di partenza del nostro tour: il Comune di Valsolda, sorto sulle pendici delle due valli che confluiscono nel torrente Soldo a cui deve il nome. E’ mattina sì, ma di quale anno? Nelle 11 frazioni che compongono il comune, che non ha quindi un centro principale, ma tanti nuclei dislocati fra il lago e le montagne, il tempo sembra essersi fermato. E’ qui che lo scrittore Antonio Fogazzaro ha vissuto parte della sua vita. Qui ha scritto e ambientato i suoi romanzi più famosi, su tutti “Piccolo Mondo Antico”, nome che ormai indossolubilmente si lega alle strade e alle case della Valsolda. Oggi come nel 1800, le strade hanno mantenuto le stesse murature in pietra, le stesse scalinate irregolari e bellissime.
Arriviamo ad Oria, dove sorge Villa Fogazzaro Roi, bene fai dal 2009. Ci rendiamo conto che non occorre Google Maps per girare fra i vicoli di questi borghi, occorre un romanzo: quello di Antonio Fogazzaro.“Questa splendida proprietà del FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano, donata dal Marchese Giuseppe Roi nel 2009 in perfetto stato di conservazione, è davvero un regalo”, racconta Chiara Colombo, responsabile gestione operativa del bene FAI, “La casa apparteneva in origine alla mamma di Antonio Fogazzaro, perciò lo scrittore la eredita con un grande potenziale affettivo. La bellezza di questo luogo non sta solo nella Villa, ma nel contesto in cui si va a collocare: la Valsolda punteggiata da undici piccoli, bellissimi, borghi. Il romanzo di Fogazzaro è davvero un accompagnamento indispensabile alla scoperta di questa valle.”
E d’accordo con Chiara Colombo sarebbe senza dubbio il suo celebre “omonimo” Piero Chiara. Il celebre scrittore luinese rimase infatti molto colpito dalle bellezze di questa valle e nella raccolta “Gli anni e i giorni” (uscita postuma) si trova uno scritto intitolato “Valsolda, piccolo mondo”, dove l’autore racconta così del legame ormai indissolubile fra i libri di Fogazzaro e il territorio.
“Il libro rivive nelle pareti di questa casa e nostro compito”, conclude Chiara Colombo, “è quello di riavvicinare il pubblico all’opera e farne conoscere l’autore, senza dubbio fra i più importanti della letteratura italiana dell’Ottocento.”
Salutiamo Chiara Colombo e le atmosfere sospese in un’altra dimensione spazio tempo della Villa, per dirgerci verso la seconda frazione del nostro tour di oggi: San Mamete.
San Mamete di Valsolda: fra attività storiche e un’amministrazione piena di entusiamso
San Mamete è la frazione che ospita il Municipio. Proprio qui, a due passi dal lago, ci accoglie Laura Romanò: sindaco di Valsolda da meno di un anno, “La Valsolda è ancora un Piccolo Mondo Antico, una comunità viva dove ci si conosce e si vive insieme. Abbiamo tanto turismo svizzero, tedesco e italiano. FAI – Villa Fogazzaro Roi è indubbiamente il fulcro dell’attrattiva del nostro comune, si pensi che solo nel 2019 ha registrato 10mila visitatori, ma l’obiettivo è riuscire ad incanalare la sua attrattività per fare crescere la Valle. Ho scelto di candidarmi perché volevo ridare dignità alla Valle, fare qualcosa di bello e buono per il territorio. Abbiamo una squadra di giovani che sta mettendo in campo tanta energia per non far sì che la Valsolda si trasformi in un paese dormitorio di frontalieri. Abbiamo tantissime risorse, è il momento di valorizzarle.”
E il senso di comunità si avverte bene girando attorno alla piccola piazzetta principale di San Mamete. Uno di fronte all’altro si trovano il Panificio Corti, l’Albergo Stella d’Italia e il bar gestito dalla signora Sonia (Il King). Tre attività storiche fulcro anche della vita sociale del paesino.
Il panificio è attivo da 75 anni, sempre per mano della famiglia corti. Si trova sotto i pittoreschi portici affacciati sul lago, dove sono state ambientate diverse scene dei romanzi di Fogazzaro. Al suo interno abbiamo incontrato Simone e mamma Stefania, attuali gestori insieme a Maurzio. Ci hanno raccontato del gran lavoro svolto nei mesi della pandemia, quando si sono trovati involontariamente ad essere punto di riferimento per i tanti anziani del paese. Non ci sono supermercati qui, spostarsi è spesso reso complicato dalle stradine scoscese a gradoni che collegano le diverse località, così la loro attività era diventata fondamentale per tanti Valsoldesi.
Appena usciti dalla panetteria ci troviamo di fronte all‘Abergo Stella d’Italia. Franco Ortelli, attuale gestore, ci mostra il giardino ombreggiato dove gli ospiti sono soliti prendere la colazione, pasteggiare e accedere al lago per rinfrescarsi. Anche qui il tempo sembra sospeso e tutto sembra rimasto così poteva trovarlo un turista di qualche anno fa.
Chiude il tris delle attività storiche del centro di San Mamete il bar della signora Sonia, “il King”. Da ormai 40 anni Sonia, oggi insieme al filgio e alla nuora, tiene viva la poccola piazza. I principali avventori sono turisti nel week end e in estate, i forntalieri che passano per andare in Svizzera e ovviamente gli affezionati abitanti di Valsolda. Quando siamo arrivati ci hanno detto in molti “passate al bar della Sonia! E’ un’istituzione.” Così eccoci qui:
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