Dalla festa-promozione al doppio dispiacere. Tato Grassi: “La società ha voluto cambiare”
Parla l'allenatore che ha conquistato la Serie B sul campo, prima che la Robur Saronno vendesse il titolo a Legnano e non lo confermasse in panchina. «Orgogliosi del risultato raggiunto con la squadra. Il club aveva tempo per organizzarsi»
Pacato nella voce, fondamentalmente sereno, orgoglioso del risultato ottenuto ma senza nascondere l’amarezza per l’epilogo arrivato a stagione conclusa. Claudio “Tato” Grassi è passato nel giro di qualche giorno dall’essere l’allenatore capace di riportare la Robur Basket Saronno in Serie B, al ritrovarsi senza più né la panchina, né la categoria dopo che il club ha deciso di cedere il titolo sportivo a Legnano e di ripartire dalla Serie C Gold. Campionato che era stato appena vinto dalla Az Pneumatica.
«Sono stati giorni particolari: dopo la grande soddisfazione per la vittoria nella finale dei playoff con La Spezia sono arrivate due notizie negative, una dopo l’altra. Prima la rinuncia a disputare la B, poi la mia mancata conferma sulla panchina della squadra. Per carità: ogni club, ogni dirigente ha il diritto di fare le proprie scelte, però sono cose che mi hanno fatto dispiacere. Specie da una società alla quale sono molto legato da tanti anni».
La decisione del “divorzio” quindi è unilaterale? Non ne avevate parlato?
«Io avevo dato la disponibilità a restare, ponendo alcune condizioni per la mia permanenza. Però queste richieste non sono state neppure discusse: evidentemente c’era la volontà di cambiare. Ho preso atto della scelta, pur non comprendendone i motivi fino in fondo».
Durante l’ultima fase di stagione, avete avuto delle avvisaglie riguardo alla cessione del titolo sportivo, nel caso fosse arrivata la promozione?
«Nell’ultimissimo periodo era circolata qualche voce, e del resto sapevamo che cinque anni fa era stata presa la stessa strada. È vero che c’erano pochi giorni per effettuare una serie di passaggi tecnici che consentissero alla Robur di disputare la Serie B, però è anche vero che si poteva ipotizzare la promozione, visti i risultati e il gioco della squadra. Insomma, la strada verso la B era aperta, ci si poteva preparare a livello organizzativo più di quanto sia stato fatto».
Vi resta il rammarico di come è finita?
«Ci resta comunque la soddisfazione di avere centrato la promozione dalla C Gold alla B: abbiamo dato tutto per riuscirci e sarà sempre motivo di orgoglio avere ottenuto un risultato del genere».
A questo punto, però, lei è senza panchina. Le piacerebbe fare la Serie B da allenatore, ovviamente da un’altra parte?
«Sono senza panchina in un momento della stagione in cui ormai molte squadre hanno già scelto l’allenatore per il campionato venturo, e del resto i playoff della Serie C Gold sono terminati a luglio inoltrato quindi è logico che tante caselle siano già occupate. Vedremo; ora mi prendo qualche giorno di vacanza e poi valuterò cosa fare. Non sono mai stato fermo una stagione, tra campo e panchina: non sarebbe un problema restare tranquillo, alla finestra, per qualche mese».
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