Gianetti Ruote, incontro tra sindacati e proprietà. FIOM: “Si ritiri la procedura di chiusura”
Ieri si è svolto un incontro interlocutorio con Assolombarda e un primo colloquio con la proprietà, il fondo Quantum Capital Partner e la IV Commissione Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione di Regione Lombardia
Giornata importante quella di ieri, giovedì 8 luglio, per la Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, la storica fabbrica che produce cerchi per camion, di proprietà di un fondo americano che sabato 3 luglio ha comunicato attraverso un’email e un annuncio sul sito dell’azienda la chiusura definitiva dello stabilimento e il licenziamento dei 152 lavoratori della struttura.
Ieri si è svolto un incontro interlocutorio con Assolombarda e un primo colloquio con la proprietà, il fondo Quantum Capital Partner e la IV Commissione Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione di Regione Lombardia.
I sindacati hanno ribadito la necessità di riprendere immediatamente la produzione per evitare di perdere clienti e di intraprendere un percorso che porti alla vendita dell’azienda. «La proprietà ha sottolineato la volontà di cessare l’attività produttiva su Ceriano Laghetto – spiega il sindacalista Stefano Bucchioni della Fiom Cgil di Monza e Brianza -. Abbiamo chiesto di ritirare la procedura di chiusura e di riprendere subito a lavorare per non far scappare i clienti. Dopo di che se la loro intenzione è quella di chiudere si potrà ragionare su un percorso per non far morire un’azienda che ha lavoro, per promuovere eventualmente una reindustrializzazione dell’area: ci sono le condizioni per poter effettuare un passaggio di proprietà».
Il fondo proprietario dell’azienda ha preso atto delle richieste dei sindacati: un nuovo incontro è fissato per mercoledì 14 luglio.
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Per il momento continua quindi la mobilitazione generale per evitare che la proprietà porti via i macchinari e quanto prodotto nelle ultime settimana. «La proprietà dovrà darci una risposta in tempi brevi – continua il sindacalista -. Noi proseguiremo il presidio, l’abbiamo detto molto chiaramente durante gli incontri: se non verrà ritirata la procedura di chiusura vuol dire che da quell’azienda non uscirà nulla».
Obiettivo dei sindacati è quello di aprire un tavolo di crisi al Ministero: «A Regione Lombardia abbiamo chiesto di farsi promotrice di questo tipo di percorso, di aiutarci a trovare strumenti alternativi per permettere questo passaggio di proprietà e darci una mano per aprire un tavolo al Ministero».
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