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La finanza d’impresa sterza verso la sostenibilità

Il 78% delle imprese varesine ritiene strategicamente indispensabile investire in sostenibilità ambientale e sociale. Un riposizionamento che sta trasformando anche il mondo del credito e i rapporti banca-aziende. Gli esempi sul territorio di Lati e Lu-Ve

Il settore industriale che nel 2021 in provincia di Varese investirà di più in sostenibilità è quello chimico- farmaceutico, con una quota dell’89% delle attività sul totale di imprese presenti sul territorio. Seguono il tessile-abbigliamento (44%), la gomma-plastica (33%) e il metalmeccanico (27%). È questa la classifica degli investimenti green per comparti che emerge dall’ultima rilevazione su un campione di aziende associate all’Unione degli industriali della Provincia di Varese, svolta dall’Ufficio Studi Univa. Il dato è emerso quest’oggi durante il webinar “Finanza e sostenibilità: una relazione possibile” che si inserisce nell’ambito del ciclo “Approfondimenti di Finanza – Scuola d’impresa” dell’Area finanza dell’Unione industriali.

CRESCONO LE IMPRESE CHE INVESTONO IN SOSTENIBILITÀ

Le imprese che quest’anno investiranno in sostenibilità sono in crescita di 11 punti percentuali. Se nel 2020, infatti, questo tipo di investimenti aveva riguardato il 29% dell’industria varesina, nel 2021 tale quota crescerà fino ad arrivare al 40%. Nel 65% dei casi le risorse verranno stanziate in processi produttivi green, nel 43% in nuove tipologie di prodotti compatibili con l’ambiente. Costante l’attenzione per le politiche sostenibili nelle grandi aziende che coinvolge il 73% dei siti produttivi varesini. Ma il fenomeno riguarda sempre di più e trasversalmente le aziende di qualsiasi taglia. Nelle medie imprese nel corso del 2021 si assisterà ad una crescita delle realtà coinvolte di 8 punti percentuali, mentre nelle piccole tale aumento toccherà i 13 punti percentuali. «La sostenibilità – commenta i dati Marco Crespi, responsabile dell’Area finanza dell’Unione industriali – ormai è una non scelta, una via obbligata di sviluppo per qualsiasi impresa e per qualsiasi istituto di credito o finanziario. Ciò pone, però, la questione di come impostare anche le giuste strategie di finanza d’impresa a sostegno di questi obiettivi green. Secondo i nostri dati il 78% delle imprese a noi associate assegna un giudizio medio-alto alla strategicità degli investimenti in sostenibilità. Ciò inciderà profondamente sul rapporto banca-impresa. Dal sistema bancario ci aspettiamo sollecitazioni e iniziative affinché gli investimenti sostenibili possano tradursi in un più fluido percorso di concessione del credito, a condizioni più favorevoli e con un conseguente miglioramento del merito creditizio aziendale e, perché no, del rating».

LE NOVITÀ INTRODOTTE DALLA UE IMPATTERANNO SU TUTTE LE AZIENDE

A scattare la fotografia dello scenario sui nuovi rapporti banca-impresa che l’avanzare della sostenibilità sta ridisegnando sono stati gli esperti di KPMG. «Molte aziende del territorio stanno già oggi sperimentando come i temi e le strategie ESG (Environment, Social, Governance) abbiano ormai un impatto rilevante sui modelli di business, ciò con un’accelerazione che richiede, per difendere le proprie capacità di stare sul mercato e di presidiare le supply chain, di adeguarsi alla transizione in atto con un arco temporale di mesi, non certo di anni. Contemporaneamente, sulla spinta regolatoria  della Banca Centrale Europea,  il mondo finanziario sta velocemente implementando ‘kit’ di sostenibilità per le aziende che dovranno adeguarsi cogliendo le opportunità nel breve e gestendo il rischio di maggiori difficoltà di finanziamento nel medio periodo», così Piermario Barzaghi, partner responsabile Climate changes & sustainability services KPMG Advisory, che è anche componente di EFRAG, l’ente che si occupa a livello internazionale di principi contabili che sta lavorando a supporto della proposta Ue Sustainability Reporting Standard- Setting e alla nuovissima direttiva europea CSRD sul reporting aziendale in chiave sostenibile.

«Queste novità – ha spiegato Barzaghi – impatteranno su ogni azienda anche su quelle che si collocheranno sotto i limiti dimensionali previste dalle nuove normative, in quanto parte delle catene del valore e delle filiere produttive. Ciò impone a qualsiasi impresa di impostare strategie di sostenibilità. Una sostenibilità, però, vera e misurabile; il green-washing, ovvero la finta sostenibilità o la sostenibilità di facciata, sarà sempre più difficile da presentare oltre che essere pericolosa per la credibilità dell’azienda e l’imprenditore nei confronti non solo del mondo bancario ma anche verso i propri clienti».

D’accordo con questa visione anche Paolo Rota, coordinatore Lombardia per la sostenibilità di KPMG, che ha sottolineato: «La sostenibilità è per le imprese una opportunità per guadagnare posizioni di competitività e capacità di innovazione. L’evoluzione delle esigenze informative degli investitori, le spinte normative e la crescente attenzione degli stakeholder verso i temi della sostenibilità, rendono necessaria per le aziende l’integrazione dei temi ESG nelle proprie strategie di business e nel modus operandi, fornendo al tempo stesso una comunicazione adeguata agli stakeholder sulle relative performance di rispetto delle tematiche sociali e ambientali».

GLI ESEMPI DI LATI E LU-VE

I dati di Univa lo confermano, in prima linea nella transizione ecologica c’è il settore dell’industria plastica, come dimostra l’esempio di Lati industria termolastici spa di Vedano Olona, beneficiaria del primo finanziamento ESG-linked (dove la sigla ESG sta per Environmental, Social and Governance) erogato in Lombardia da UniCredit. Valore: 7,5 milioni di euro. «La sostenibilità – spiega Michela Conterno, ceo di Lati – orienta i consumi, i talenti e anche i capitali. Questo è sempre più vero anche nel B2B. Oggi si apre una nuova opportunità per le aziende industriali virtuose: raccogliere prestiti a condizioni agevolate, impegnandosi a rispettare semplici parametri di sostenibilità. UniCredit ha concesso a LATI un Green Loan, agganciato al rating Ecovadis. La nostra Medaglia d’Oro ci ha premiati due volte. E siamo sempre più motivati a investire su prodotti e processi sostenibili, dando priorità all’efficientamento energetico».

«UniCredit è il primo istituto italiano ad avere un comitato Esg nel board. La sostenibilità in UniCredit è parte integrante del Dna del gruppo e un elemento chiave del suo modello di business, rappresentando una leva fondamentale per le strategie di business future e un fattore essenziale per il successo della Banca – afferma Alessandro Paradiso, responsabile corporate business Lombardia di UniCredit -. Il recente finanziamento con componente tasso ESG-linked erogato a Lati industria termoplastici spa dimostra la nostra attenzione alla sostenibilità che ci ha portato a definire ambiziosi target ESG ed essere in primo piano nei processi di cambiamento sociale e di transizione verde».

Di 55 milioni di euro, invece, il valore del recente finanziamento consesso da Intesa Sanpaolo a supporto della crescita sostenibile di un’altra importante azienda della provincia di Varese, la Lu-Ve spa di Uboldo, impegnata nella realizzazione di prodotti per la refrigerazione e il condizionamento. «L’attenzione alla sostenibilità – dichiara Matteo Liberali, ceo di Lu-Ve Group – rappresenta uno dei tratti distintivi di Lu-Ve fin dalla sua fondazione. Continuiamo a lavorare in questa direzione, in un percorso di innovazione e crescita che interpreta e rispetta le nuove esigenze ESG. Collaboriamo con diversi istituti di credito che hanno riconosciuto il nostro impegno in obiettivi sempre più sostenibili, che sono stati e continuano a essere fondamentali anche per la crescita economica del Gruppo».

«Le nostre PMI – dichiara Alfonso Tentori, direttore commerciale imprese Lombardia Nord di Intesa Sanpaolo – stanno mostrando crescente attenzione verso la transizione sostenibile e Intesa Sanpaolo ha tutti gli strumenti per accompagnarle con nuove soluzioni e finanziamenti ad hoc. Tra questi, gli S-Loan con un plafond di 2 miliardi di euro per promuovere investimenti innovativi in base ai criteri ESG, cui si aggiunge un plafond di 6 miliardi dedicato agli investimenti in economia circolare, rappresentano già circa il 70% delle nostre erogazioni alle PMI lombarde da inizio anno. Siamo tutti più consapevoli che per essere competitivi sul mercato sarà fondamentale la riduzione dell’impatto ambientale e il miglioramento in ambito sociale e di governance delle imprese”.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 30 Giugno 2021
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