Effetto Covid, in Lombardia caduta dei consumi (12,4%) superiore alla media italiana
L'analisi nel webinar di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con Banca d’Italia. Il presidente Sangalli: "Sostegni alle imprese più penalizzate e raccordare il PNRR alle riforme a cominciare da quella fiscale"
«L’Italia di oggi è un Paese profondamente diverso da quello di 15 mesi fa: un Paese provato dalla pandemia, più fragile e più polarizzato, tra territori, tra generazioni, tra classi sociali. Proprio la Lombardia ha vissuto in prima linea questa trasformazione e questa crisi».
Lo ha affermato il presidente Carlo Sangalli al webinar di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza realizzato oggi con Banca d’Italia (sede di Milano).
La terza edizione dell’iniziativa dedicata quest’anno a “Il mondo dei servizi tra criticità e prospettive” con gli interventi del vice direttore della Sede di Milano Banca d’Italia Emanuella Falcone, degli esperti della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale (la responsabile Paola Rossi e Francesco Bripi) e di Paolo Ferré (consigliere Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza su credito e finanza) e la tavola rotonda, coordinata da Giulia Favero (Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza) con le imprenditrici Elena Fontanini (socio e responsabile commerciale Fontanini srl), Vasilikì Pierrakea (ad Vasilikì Kouzina), Elisa Serafini (head of Public Affairs Glovo), Susanna Todeschini (founder e Coo Wood-skin srl).
«In Lombardia tra inizio novembre 2020 e la fine del mese di aprile 2021 – ha rilevato Sangalli – il grado di restrizione delle misure è stato tra i più alti a livello nazionale. E a livello imprenditoriale questo ha impattato particolarmente sul mondo dei servizi. Così l’emergenza è ancora aperta per un terziario di mercato che, nel 2020, nella nostra Regione, si è misurato con una caduta dei consumi superiore a quella media italiana: -12,4%. Ed è interessante notare come la riduzione dei consumi sia stata superiore alla riduzione del reddito delle famiglie: si è consumato ancora meno di quello che si sarebbe potuto».
«Un fenomeno che si spiega così: il clima di incertezza e la mancanza di fiducia che l’incertezza genera. Ed è quindi ovvio – ha proseguito Sangalli – che proprio per i settori legati particolarmente al clima di fiducia (oltre che essere più penalizzati dalle misure restrittive), come turismo, cultura e convivialità, il ritorno ai livelli di produzione e di consumo del 2019 potrà verificarsi, molto probabilmente, solo all’inizio del 2023. Questo dato viene registrato a livello nazionale».
«Il nostro sistema imprenditoriale sta mettendo in campo un enorme e originale sforzo di ripensamento, individuale e collettivo. Servono – ha sottolineato Sangalli – nuovi sostegni per le imprese più penalizzate dalle chiusure. Servono soprattutto progetti, riforme e investimenti. Avanti dunque con il PNRR che deve essere necessariamente raccordato alle riforme, a cominciare da quella fiscale, troppo a lungo attesa. E per i progetti immediati è necessario puntare con decisione sul Green pass che è una chiave importante per rimettere in moto l’economia a partire dalle attività del turismo e dell’accoglienza».
Paolo Ferrè ha evidenziato il ruolo dei confidi nel sostegno dell’accesso al credito superando i “divari che tutt’ora permangono tra banche e micro-piccole imprese”.
«È necessario – ha detto – ripristinare adeguati flussi di credito bancario alle imprese. Tale sforzo deve essere ancora più intenso per le micro e piccole imprese, strutture maggiormente colpite e che rappresentano circa il 98% del tessuto imprenditoriale italiano».
«Ora più che mai è opportuno favorire una rinnovata collaborazione fra banche, confidi e Fondo di Garanzia, trovando nuovi ambiti di interesse e per definire nuove strategie di supporto alle imprese maggiormente in difficoltà».
L’utilizzo del Fondo di Garanzia, a livello nazionale, ha ricordato Ferré, «ha segnato una crescita esponenziale con più di 2 milioni di domande pervenute a fronte di oltre 178 miliardi di euro di finanziamenti».
«Si osserva sul mercato – ha spiegato Ferré – una progressiva digitalizzazione dei sistemi e degli strumenti che ha conosciuto una forte accelerazione proprio nei mesi di lockdown e con la crisi pandemica in atto. Una particolare attenzione va riservata all’offerta e al perfezionamento di servizi di finanziamento (fintech), di pagamento, di investimento e di consulenza ad alta intensità tecnologica».
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