Alla scoperta dei lavori di restauro degli affreschi della chiesa di San Francesco
Abbiamo visitato con l'architetto Carlo Mariani e la restauratrice Federica Bruschi i lavori di restauro in corso all'interno della chiesa San Francesco di Saronno
Al lavoro per riportare all’antico splendore gli affreschi della navata centrale e della contro-facciata della chiesa di San Francesco di Saronno.
È questo l’obiettivo dell’intervento di restauro conservativo ed estetico in corso all’interno della chiesa, posizionata a due passi dalla stazione centrale della città, che riguarda gli affreschi della navata centrale e della contro-facciata.
La prima parte dei lavori è quasi conclusa: la prossima settimana verranno smontati i ponteggi dal lato destro della navata, saranno poi montati sul lato sinistro. Un progetto di restauro che costituisce il terzo lotto di un programma più ampio, iniziato alcuni anni fa con un primo intervento conservativo del manto di copertura e delle capriate lignee e un secondo intervento di restauro degli apparati decorativi del presbiterio e dell’arco trionfale.
A presentare l’intervento del terzo lotto l’architetto Carlo Mariani, ideatore del progetto dal titolo “Da Saronno all’Oriente: sulle vie dei miracoli di San Francesco e Sant’Antonio da Padova negli affreschi di Giovanni Ambrogio Legnani” e la restauratrice titolare del progetto Federica Bruschi, che sui ponteggi sta lavorando insieme ad altri tre restauratori.
I lavori sono iniziati lo scorso 22 marzo e dovrebbero concludersi entro la fine del 2021. Sono stati cofinanziati da Regione Lombardia con una cifra pari a 74.500 euro.
Il ciclo pittorico oggetto dell’intervento risale al 1678 e fu realizzato da Giovanni Ambrogio Legnani, padre del più famoso Stefano Maria, detto il Legnanino.
Un restauro, quello della navata centrale e della contro-facciata della chiesa, che nasce da esigenze di carattere conservativo, per via di fenomeni che nel corso del tempo hanno procurato il deterioramento delle opere.
«Le cause di deterioramento più comuni sono le infiltrazioni d’acqua dalle coperture, il pulviscolo atmosferico e problemi strutturali che causano dei distacchi di intonaco – spiega la restauratrice Bruschi -. Questi ultimi danni tante volte non sono visibili, però attraverso un esame ravvicinato, picchiettando sulla parete, è possibile notarli e dove c’è la necessità vengono consolidati con delle iniezioni di malte».
La restauratrice ha spiegato inoltre che prima di iniziare le vere e proprie attività di restauro sono state eliminate le cause di deterioramento: per avere aria meno inquinata in circolo sono stati quindi montati dei filtri al sistema di riscaldamento della chiesa e sono state eliminate le infiltrazioni delle coperture.
«Le fasi principali di restauro sono la pulitura, il consolidamento degli intonaci, la stuccatura e il ritocco pittorico -continua la restauratrice Bruschi -. La pulitura è una fase delicatissima e in questo caso si è rivelata anche molto difficile perché questi affreschi erano già stati restaurati: l’ultimo restauro risale alla fine degli anni ’80 e ce n’era stato uno precedente negli anni ’60. Questi restauri avevano lasciato residui che ci siamo trovati a dover asportare: è stato un lavoro molto lungo e difficile. Una volta era infatti di moda fissare con dei fissativi acrilici per tirar fuori i colori, così i colori risultavano più vivi e brillanti. Questo metodo non si usa più, sono cambiati i materiali e le tecniche, oggi si cerca di fissare il meno possibile, perché i fissativi creano una barriera che rende l’intonaco poco traspirante».
Il prossimo mese inizieranno i lavori sul lato sinistro della navata centrale: una volta smontati i ponteggi sarà possibile fare un confronto tra le due pareti e ammirare il lavoro di restauro svolto.
Visite estive alla chiesa di San Francesco di Saronno con l’associazione Cantastorie
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