Katia Mantovani saluta la “sua” piscina e la Saronno Servizi SSD
Ha protocollato le dimissioni irrevocabili da amministratore unico: "Il mio bilancio? Soddisfacente, sono stati anni di grandi cambiamenti, attraversati dalla pandemia. Abbiamo portato la piscina dagli Anni '80 al 2021"
Ha protocollato le dimissioni irrevocabili da amministratore unico della Saronno Servizi SSD, la parte sportiva della società di gestione dei servizi pubblici locali della società degli amaretti.
Katia Mantovani saluta la “sua” piscina e i suoi collaboratori (nella foto è insieme al direttore Giovanni Rotondi, Paola Pontiroli del fitness, Vittorio Croci della vasca e Angela Iazurlo della reception), con i quali nei cinque anni di lavoro ha portato a casa risultati importanti: «Sono soddisfatta del lavoro fatto – spiega -. È stato un grande dispiacere a livello personale lasciare chi ha lavorato con me in questi anni, ho trovato persone competenti che hanno voglia di fare, che si sono reinventate». Il cambio alla guida della Saronno Servizi, sia per quanto riguarda la SSD che per quello che concerne la Spa, ma anche per tutte le altre realtà che hanno a che fare con il Comune, è un aspetto tecnico post elezioni: l’amministrazione in carica sceglie le persone che ritiene più giuste e “vicine politicamente” per guidare partecipate ed enti collegati.
«La piscina è tornata ad essere uno dei fiori all’occhiello di Saronno – prosegue Mantovani -. Spero che le manutenzioni vengano fatte adeguatamente anche in futuro e che non finisca come alcune strutture vicine alla nostra. In questi anni abbiamo fatto un gran lavoro: ricordo quando sono entrata per la prima volta cinque anni fa, il bancone del bar Anni ’80, le pubblicità di carta appese ai muri. Abbiamo portato la piscina dagli Anni ’80 al 2021, passando attraverso la pandemia. Anni intensi, nel corso dei quali abbiamo rinnovato esteticamente, organizzativamente, comunicativamente. Anche l’esperienza di Solbiate è stata positiva, spero possa continuare la collaborazione anche lì, dove i lavori fatti sono stati importanti».
Tra i punti principali, quello relativo alla comunicazione e agli aspetti “tecnici”, senza dimenticare i lunghi mesi di chiusura nell’ultimo anno e mezzo: «Il lavoro fatto a livello di comunicazione è stato profondo, c’è stato un cambio di passo indispensabile sui social, le app, il sito, la gestione delle prenotazioni, il mobile. Abbiamo cambiato modo di fare pubblicità e marketing, sondando tutte le nuove frontiere possibili. Abbiamo poi rifatto le cose più urgenti, dallo spogliatoio dipendenti subito appena sono arrivata fino alla messa a norma a livello di adeguamento antincendio, un adeguamento normativo per la prevenzione che questa struttura (ma anche quella di Solbiate) non aveva mai avuto. Il risultato è davvero soddisfacente. Il momento più difficile, al di là della complessità nella realizzazione del piano di prevenzione anti incendio che è stato davvero impegnativo e ha richiesto anni di lavoro, è stato quello della pandemia: 10 mesi di chiusura su 14, è stata dura, ma l’abbiamo superata si spera. I numeri e le richieste ci danno soddisfazione, siamo ripartiti col camp estivo, con la piscina, abbiamo riaperto col piede giusto. Abbiamo anche investito su novità come il paddle. La sensazione è che a differenza dell’anno scorso la gente abbia meno paura, c’è tanta voglia di tornare a vivere. Cosa farò io? Elimino il terzo lavoro e torno a dedicarmi ai primi due, l’insegnamento e la progettazione. E avrò più tempo per tornare a fare politica da militante “normale” con la Lega».
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