A caccia di asteroidi pericolosi: una serata online con il Gat di Tradate
Lunedì 7 giugno alle 21 il Gruppo Astronomico Tradatese presenta l'impresa quasi fantascientifica delle sonde che per la prima volta hanno recuperato e portato a terra pezzi di asteroidi
Si parla di asteroidi e di imprese ai limiti della fantascienza lunedì 7 giugno alle 21 con il Gat – Gruppo Astronomico Tradatese.
Il dottor Cesare Guaita, presidente del Gat, terrà una conferenza sul tema “Asteroidi carboniosi senza più segreti”, che potrà essere seguita (con accesso come sempre libero) dal sito del Gruppo astronomico tradatese ).
«Fino a qualche anno fa sarebbe stata fantascienza – spiega Guaita – Oggi invece si tratta di un evento reale per quanto incredibile. Parliamo del prelievo e del trasporto automatico a terra di campioni dalla superficie di lontanissimi asteroidi. Un argomento suggestivo a cui sarà dedicata questa nuova conferenza online».
Durante la serata verranno descritte due tra le più incredibili avventure spaziali di sempre, quella della sonda giapponese Hayabusa-2 che nel giugno 2018 entrò in orbita attorno all’asteroide Ryugu, e quella della sonda americana Osiris-Rex che raggiunse l’orbita dell’asteroide Bennu nel dicembre successivo.
Ryugu e Bennu appartengono alla classe dei Neo, ossia degli asteroidi pericolosi, avendo un’orbita intersecante con quella della Terra. Al momento, sono conosciuti circa 7000 Neo. Ma ce ne sono solo due (appunto Ryugu e Bennu) con una composizione ricca di composti carboniosi, che conferisce loro una colorazione nera come il carbone.
«E’ un mistero da dove venga questo carbonio (sono resti di comete ?) – aggiunge il dottor Guaita – Altrettanto misteriosa e stupefacente è la loro morfologia: sono infatti entrambi dei “mucchi di sassi” in veloce rotazione che potrebbero essere la riaggregazione di frammenti prodotti da un gigantesco impatto. Capire l’origine ed il tasso di pericolosità di questi oggetti è quindi una priorità scientifica assoluta, ma impossibile da studi terrestri fatti da milioni di km di distanza».
Per questo la Nasa e la Jaxa (l’Agenzia spaziale giapponese) hanno organizzato delle missioni spaziali con lo scopo primario di catturare materiale da portare poi a terra per analisi dettagliate. Questa operazione si è già completata con grande successo da parte dei giapponesi: Hayabusa-2 prelevò infatti da Ryugu un campione superficiale nel febbraio 2019 ed un campione più profondo nel luglio successivo. I due preziosi campioni, racchiusi in una capsula stagna, sono stati riportati a terra il 5 dicembre 2020 e sono attualmente studiati di scienziati di mezzo mondo.
«Le modalità dei prelievi sono state a dir poco fantascientifiche – spiega ancora il presidente del Gat – Basti dire che per il prelievo di materiale profondo i giapponesi hanno sparato un missile contro l’asteroide, per aprirsi un pertugio attraverso cui inserire una specie di aspira-polvere a forma di proboscide. E tutto questo mediante comandi da terra a circa 400 milioni di km di distanza! Gli americani hanno invece lavorato con più calma: Osiris-Rex ha infatti prelevato un copioso campione da Bennu il 20 ottobre 2020, ma ha lasciato l’orbita dell’asteroide solo lo scorso 10 maggio, per un ritorno a Terra previsto per il settembre 2023».
Le prime indiscrezioni sui dati analitici dei campioni giapponesi sono filtrate a metà dicembre, durante l’annuale convegno della Società geologica americana: si tratta di informazioni impreviste ed imprevedibili che il Gat presenterà per la prima volta in pubblico durante la serata online di lunedì 7 giugno.
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