Gianfranco D’Adda batterista di Battiato ricorda il “maestro” e gli esordi a Rescaldina
Gianfranco D'Adda ripercorre insieme a Renato Franchi dell'Orchestrina del Suonatore Jones, gli anni in cui Franco Battiato era di casa a Rescaldina: «Erano gli anni della sperimentazione, esperienze che non si possono dimenticare»
«Oggi è il giorno del dolore perchè ci ha lasciato un grande artista, un grande maestro». A ricordare Franco Battiato nel giorno della sua scomparsa sono i rescaldinesi dell’Orchestrina del Suonatore Jones, Renato Franchi e Gianfranco D’Adda, quest’ultimo per oltre 20 anni batterista al fianco del cantautore siciliano nei più importanti live della sua carriera artistica.
«Abbiamo conosciuto Franco Battiato alla fine degli anni ’60 grazie a un impresario di Busto Arsizio – ricordano i due artisti – Era ai suoi primi esordi musicali ed era appena immigrato dalla Sicilia: possiamo dire che in quei primi anni a Rescaldina era di casa, stava più a casa di Gianfranco che a casa sua. L’immigrazione porta cultura e la cultura è quella che ha portato Battiato con la sua sperimentazione, presente fin dai primi album nei quali Gianfranco D’Adda è stato protagonista, sia nella creazione che nella costruzione. Poi ci sono stati i tour e i live. Tutto quello che è avvenuto in quegli anni con l’etichetta Cramps e Bla Bla Bla è stato straordinario. C’erano gli Area, Camerini: erano gli anni della sperimentazione, esperienze che non si possono dimenticare». A Rescaldina poi in quegli anni c’era il teatro della Torre: qui Battiato ha registrato, inciso e suonato concerti con protagonisti grandi nomi della musica italiana. Oggi al suo posto c’è una casa di riposo.
Per Gianfranco D’adda in particolare la collaborazione con il “maestro” è stata lunga: «Quasi trent’anni di collaborazione segnano un bel percorso di vita – riflette il batterista Gianfranco D’Adda – di amicizia, di arte, di cultura, di poesia e di grande insegnamento, perchè Battiato era una persona di grande profondità spirituale e aveva una intelligenza superiore alla media: quando qualcuno porta l’innovazione nell’arte diventa un maestro e lui era un grande maestro».
Di ricordi con lui ce ne sono tantissimi, ma Renato e Gianfranco ne raccontano uno in particolare: «Quello del disco “La Voce del Padrone” che oggi compie 40 anni. Franco Battiato non ci credeva molto, non era molto fiducioso mentre Gianfranco lo incoraggiava: “Vedrai che sarà un bell’album”. In un lampo è diventato l’album più venduto in Italia e ha lasciato il segno. Questo è per noi sempre un bel ricordo». L’ultimo incontro è stato invece a Milano alla Feltrinelli dove Battiato ha presentato il suo ultimo lavoro: «In quell’occasione c’era anche Osvaldo di Dio, che adesso abita a Legnano e ha suonato con lui nell’ultimo periodo: è stato un bell’incontro».
Anche di recente Renato e Gianfranco hanno ricordato il “maestro” con diversi contributi, tra cui la partecipazione alla tesi di laurea di Greta Cattaneo, una studentessa di Verona: «In questa tesi, molto apprezzata – spiegano – c’è tutto il nostro percorso e gli artisti che hanno fatto parte dell’entourage di Battiato. E sempre ultimamente abbiamo rilasciato una dichiarazione dedicata a Mimmo Lucano, nel libro “Musica canzoni per l’umanità”, dove abbiamo parlato di Franco Battiato e una recensione su Padre Maria Turoldo, legato ai temi della resistenza: qui abbiamo parlato di “Povera Patria”, canzone che parla delle macerie del nostro tempo che speriamo si possano evitare»
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