Pronto soccorso e anestesisti: l’Asst Valle Olona vuole risolvere le due emergenze
Cooperative di medici specializzati e percorsi più stimolanti per i giovani professionisti sono allo studio del dg Porfido che pianifica un nuovo modello di gestione dei PS
Anestesisti e medici d’urgenza. Sono le due priorità dell’Asst Valle Olona. Una volta attenuata l’emergenza SarsCoV2, sul tavolo della direzione strategica torneranno i tradizionali problemi legati a una carenza di figure professionali che lamenta tutt’Italia.
Da anni, i tre pronto soccorso di Busto Arsizio, Gallarate e Saronno soffrono di una carenza di specialisti che grava, poi, su tutto il comparto medico: « Nei decenni, si sono succeduti diversi modelli di gestione – commenta il direttore generale Eugenio Porfido – Prima si faceva riferimento al personale di tutti i reparti, poi si è scelto un organico dedicato ma senza specializzazione, poi è subentrata la specializzazione. E quest’ultima novità ha innescato la crisi che stiamo vivendo. Sappiamo che i posti dedicati alle scuole di specialità sono limitati, ben al di sotto della domanda. Quindi dobbiamo sopperire chiedendo a tutti i reparti personale per turnare in PS. L’idea, ora, è di creare un percorso integrato con la medicina dove il medico possa prendere in carico il paziente in PS e poi seguirlo nelle fasi successive del ricovero. Crediamo che sia un approccio più stimolante per i professionisti, invogliati a lavorare in pronto soccorso. Con l’arrivo del direttore del del PS a Saronno, abbiamo avviato un tavolo tecnico per studiare l’innovazione che introdurremo prima a Busto Arsizio e a Saronno dove vogliamo anche creare delle aree contigue per ricovero, osservazione breve e degenza breve. Nei due presidi ci sono spazi al piano superiore dell’area di emergenza e urgenza da sistemare: per Busto i progetto sono avanzati per Saronno dobbiamo ancora trovare i fondi. Ma siamo all’opera. A Gallarate è già in corso la ristrutturazione per cui rinviamo le novità gestionali. In attesa di poter costruire un percorso che attiri professionalità, pubblicheremo un nuovo bando per cercare una cooperativa che assicuri il personale necessario a coprire tutti i turni. Avevamo già un contratto stipulato, ma abbiamo dovuto recedere perchè non erano in grado di garantire il personale richiesto. Adesso la situazione è migliorata e la via della cooperativa porterà alla soluzione momentanea della carenza».
Quella della carenza di personale è evidente anche per gli anestesisti: in grossa sofferenza è soprattutto l’ospedale di Saronno che ha mantenuto i suoi letti di terapia intensiva grazie a un contratto con una cooperativa : « In questo momento di crisi dell’offerta, si può solo cercare di migliorare l’offerta che diventi stimolante per i giovani professionisti. Migliorare i processi e i percorsi di cura è una via attrattiva».
Il direttore generale crede meno nella tecnologia: utile e utilissima ma da calibrare bene sull’effettiva necessità e sull’utilizzo reale che ne giustifichi costi molto elevati. È il caso della chirurgia robotica di cui si prevede uno sviluppo futuro, futuro quanto l’ospedale unico.
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