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Le voci del David, il saronnese Andrea Leanza si racconta

Si avvicina la data dell’assegnazione dei David di Donatello, prevista per l'11 maggio 2021. Per l’edizione numero 66, gli organizzatori hanno pensato di coinvolgere il pubblico online, invitando i candidati alle statuette a presentarsi e raccontarsi. Tra loro c'è anche il truccatore di Saronno

Generica 2020

Si avvicina la data dell’assegnazione dei David di Donatello, prevista per l’11 maggio 2021. Per l’edizione numero 66, gli organizzatori hanno pensato di coinvolgere il pubblico online, invitando i candidati alle statuette a presentarsi e raccontarsi.

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Nel laboratorio di Andrea Leanza, il "truccatore speciale" di Hammamet 4 di 11

Tra i possibili vincitori c’è anche il saronnese Andrea Leanza, insieme a Federica Castelli, tra i candidati alla statuetta per il trucco di Hammamet, per la trasformazione di Pierfrancesco Favino in Bettino Craxi.

David di Donatello, il saronnese Andrea Leanza candidato per il trucco di “Hammamet”

I due “truccatori speciali” o hanno ringraziato le 18 persone da loro capitanate nel lavoro, lungo e faticoso, che ha portato al risultato: hanno ripercorso le operazioni di trucco, i 500 pezzi di silicone realizzati, le 44 volte che Favino si è sottoposto al trucco per 4 ore ogni giorno, il laboratorio di Saronno che ha continuato a lavorare mentre il set era operativo in Tunisia. Tanti giorni di lavoro che hanno portato un risultato eccezionale.

Il ringraziamento di Leanza e Castelli è andato innanzitutto a Gianni Amelio per la fiducia e alla squadra che ha collaborato con loro, un team che ha realizzato un vero e proprio “miracolo” artistico, riconosciuto da più parti.

Leanza ci aveva raccontato circa un anno fa le operazioni e il lavoro necessario per arrivare all’obiettivo, pienamente raggiunto, di ricreare la figura del leader socialista sul voto dell’attore romano, tra calchi in 3D, frazioni di pelle da applicare e infinite sedute di trucco: «Siamo stati impegnati sul set per 39 giorni, più 5 di provini. Prima abbiamo lavorato qui in laboratorio per poi trasferirci a Legnano dove si sono girate le prime scene, poi in Tunisia a casa di Craxi. Ogni mattina servivano almeno 4 ore di trucco: si cominciava dai capelli di Favino, incollati con un gel molto forte; poi si posizionava la sottocalotta, si incollavamo le protesi, il collo, il naso, il labbro superiore, i lobi delle orecchie, le guance, il mento, il labbro inferiore, la testa e le palpebre. Infine, dopo il turno del parrucchiere, si posizionavano le sopracciglia. Abbiamo creato più di 500 pezzi in tutto tra set, scarti e test».

Già nel 2020 era stato in lizza per la statuetta per il trucco de “Il primo re”: lo scorso anno non ha vinto, ma già si faceva il suo nome per “Hammamet”, il film di Gianni Amelio, candidato ai David anche in parecchie altre categorie tra cui miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attrice non protagonista, miglior attore e attrice non protagonista, fotografia, colonna sonora, scenografia, costumi, acconciature, montatore, suono, effetti visivi.

Tra i candidati al David come miglior attore c’è anche Renato Pozzetto, milanese-varesotto, 80 anni, ha infatti ottenuto la nomination per la inedita, delicata e struggente interpretazione del protagonista del film “Lei mi parla ancora”, pellicola diretta da Pupi Avati liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Giuseppe Sgarbi.

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it
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Pubblicato il 02 Maggio 2021
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