Il Teatro Giuditta Pasta si prepara per la ripartenza di giugno. Masciadri: “Servono regole più stabili”
Una mostra fotografica, un concerto e una nuova stagione teatrale: il teatro di Saronno si prepara alla ripartenza, ma sono diversi i nodi ancora da sciogliere
Si prepara a ripartire anche il Teatro Giuditta Pasta di Saronno, che lo scorso anno ha festeggiato 30 anni dalla sua fondazione.
Gli obiettivi a cui sta lavorando la direzione del teatro sono quelli di riaprire la prima settimana di giugno con una mostra dedicata proprio ai primi tre decenni di vita del teatro, un concerto e la successiva riprogrammazione degli spettacoli sospesi a causa dell’insorgere della pandemia. Una macchina organizzativa complessa che non è semplice riavviare da un giorno all’altro: ci sono infatti le compagnie teatrali e il personale tecnico da contattare, la verifica delle disponibilità e poi tutta la parte pubblicitaria e di promozione degli eventi teatrali per riportare le persone a teatro. Processi non immediati che richiedono settimane di preparazione e lavoro.
Al netto delle difficoltà di una cosa è convito Oscar Masciadri, presidente della Fondazione Teatro Giuditta Pasta: il teatro c’è e vuole tornare ad essere un punto di aggregazione e di socialità per la collettività. «Il teatro deve fare la sua parte nella vita sociale delle persone, anche per non parlare sempre e solo di covid o non stare sempre attaccati allo schermo di un telefono» commenta Masciadri.
La speranza è quella di arrivare a luglio con la consueta presentazione della nuova stagione teatrale, che dovrebbe ripartire ad ottobre: ma anche in questo caso il condizionale è d’obbligo. «Sarà una programmazione che avrà tanti punti di domanda: in che modo riapriremo? Con le compagnie dovremo discutere soprattutto di questo, per preparare poi un’organizzazione adatta al sistema – sottolinea Masciadri, che evidenzia la necessità di una stabilità e di una continuità delle regole -. Vogliamo essere sicuri al 100% che la ripartenza sia poi definitiva, non come è successo lo scorso anno, che ci hanno fatto ripartire e poi ci hanno fatto fermare. Se già prima avevamo un danno enorme, questo ha comportato un ulteriore danno economico. Vorremmo che non accadesse più».
Il coprifuoco alle 22 non sembra essere un problema insormontabile per il teatro: «Probabilmente qualche soluzione la si può anche trovare, però non me la sento di organizzare degli spettacoli andando ad aumentare l’ansia alle persone nel dover ritornare poi a casa in tempo per le 22. Se non possiamo organizzare spettacoli di sera, troveremo altre fasce orarie che possano comunque dare soddisfazione».
Oltre ad una stabilità delle regole l’altra richiesta alle istituzioni dal mondo del teatro è quella relativa al ridimensionamento delle sale: se la campagna vaccinale proseguirà senza intoppi, difficile pensare che le sale debbano rimanere comunque per metà vuote. «È un aspetto che dovrà essere affrontato – conclude Masciadri -. Mi auguro che si possa ripartire e che si riparta bene e in sicurezza».
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