Tonino Urgesi critica la nuova area bimbi al Pratone: “Quei giochi non sono inclusivi”
L'opinione di Tonino Urgesi, cittadino venegonese da anni attivo sulle tematiche della disabilità, sulla nuova area giochi inaugurata la scorsa settimana
«Né inclusivi né interattivi, mi domando chi ha progettato questi giochi e chi li ha scelti». Tonino Urgesi, venegonese e da anni attivo sulle tematiche della disabilità, è molto critico sulla nuova area giochi realizzata al Parco Pratone di Venegono Superiore e inaugurata la scorsa settimana e finanziata in parte da Regione Lombardia.
«Dal 1985 mi occupo di disabilità e da quando sono nato la vivo – dice Urgesi – Quando sento usare il termine inclusivo mi domando “perché mi devi includere? E in che cosa?”. E’ una parola inutile e anche dannosa: nel momento in cui usi il termine inclusivo hai già creato il presupposto della mia esclusione. Io userei piuttosto il termine interattivo, perché vuol dire che io interagisco con te e tu con me, senza il presupposto dell’esclusione-inclusione. Peccato che i nuovi giochi di Venegono non siano nemmeno interattivi. Che senso ha una rampa che porta il bambino su uno scivolo da cui non può scendere e da cui paradossalmente non riesce nemmeno a vedere gli altri bambini che scendono? O un gioco-cannocchiale che non è posizionato ad altezza di bambino su una carrozzina? Davvero mi chiedo chi li ha scelti e perché non si è ritenuto di parlarne con chi si occupa davvero di disabilità».
Secondo Urgesi, che da anni sta sviluppando un nuovo pensiero sulla disabilità che sta diffondendo come “nuova pedagogia della disabilità“, la vera “inclusione” passa attraverso un diverso approccio: «Vorrei lanciare un invito ai genitori di questi bambini, perché io non metterei mai mio figlio disabile su uno di quei giochi, ma cercherei di farlo interagire con gli altri bambini. Se pensiamo che i bambini con disabilità abbiano bisogno di quei giochi siamo noi che gli creiamo l’handicap. E mi fa rabbia perché così sottolineiamo due volte la disabilità, introducendo il concetto di esclusione».
La risposta deve essere diversa, conclude Urgesi che da anni è impegnato come esperto e formatore nell’ambito dell’educazione alla diversità: «Meglio sarebbe stato investire quei soldi nell’abbattimento delle barriere architettoniche, magari sistemando i marciapiedi in modo che il bambino con problemi di mobilità al parco ci possa andare anche da solo. Bisogna superare il concetto di disabilità. Allora investiamo in educazione, facciamo giocare i bambini insieme per creare una nuova società, perché, come dico spesso, la mia disabilità sta negli occhi di chi mi guarda».
Nella foto sopra: Tonino Urgesi mentre con la sua carrozzina “testa” i nuovi giochi al parco Pratone
Giochi per tutti i bambini nel parco inclusivo al Pratone di Venegono Superiore
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