Gli infermieri dell’ospedale di Saronno al centro vaccinale: “Vogliamo aiutare a tornare a vivere”
Emanuela Garbelli, tra gli infermieri presenti al centro vaccinale di Saronno, descrivere emozioni e sentimenti che si respirano tra il personale infermieristico presente all'hub saronnese
Prosegue il lavoro all’interno del centro vaccinale predisposto alla ex scuola Pizzigoni di Saronno. Una struttura allestita per le vaccinazioni di massa e che funziona anche grazie all’impegno e alla dedizione di tantissime persone.
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Ci sono i volontari, che accolgono e spiegano agli utenti dove poter aspettare il proprio turno. Ci sono i medici di medicina generale del Saronnese, che si occupano dell’inoculazione delle dosi vaccinali e poi ci sono 19 infermieri dei reparti di Terapia intensiva, Sala Operatoria e Unità Coronarica dell’ospedale di Saronno, a cui è affidata la diluizione dei vaccini.
Loro, che lo scorso anno scoppiata la pandemia insieme al personale medico sono stati tra i primi a dover affrontare una minaccia del tutto nuova, hanno ben chiaro il motivo per il quale ancora una volta, hanno deciso di mettere a disposizione del prossimo il proprio tempo libero e la propria professionalità: tornare il prima possibile alla normalità.
A descrivere emozioni e sentimenti che si respirano tra il personale infermieristico presente all’hub vaccinale è Emanuela Garbelli, da 30 anni infermiera all’ospedale di Saronno, che a maggio dello scorso anno ci aveva raccontato come la sua vita e quella dei suoi colleghi era stata letteralmente stravolta dall’insorgere della pandemia (qui l’articolo).
«Siamo stati uno strumento di aiuto all’inizio e vogliamo continuare ad esserlo anche adesso, perché più in fretta vacciniamo e più in fretta usciremo da questa situazione – spiega Emanuela, che ha ben impresso nel cuore e nella mente quei giorni, quelle settimane e quei mesi di lavoro all’interno del reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale, attimi unici, emozioni difficili da rielaborare e da raccontare -. Lo dico con le lacrime agli occhi, pensare di tornare come l’anno scorso in questi tempi mi fa male. Da fuori non si capisce, noi lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle».
Umanità e cordialità sono le impressioni che si hanno una volta dentro l’hub vaccinale: «Tra medici e infermieri c’è una grande collaborazione – spiega l’infermiera -. Dietro la mascherina abbiamo sempre il sorriso, c’è la voglia di fare e di mettersi in gioco e c’è anche il piacere di salutare le persone che arrivano, di farle accomodare, di assisterle, di scambiare con loro due parole».
Un ambiente accogliente che viene percepito e apprezzato anche dalle persone che da lì passano per ricevere la vaccinazione: «Vediamo riconoscenza nella maggior parte delle persone, è questa la nostra benzina, lo stimolo che ci fa andare avanti nonostante tutto – conclude Emanuela, che per il futuro ha una speranza -. Abbiamo curato, abbiamo consolato e adesso vogliamo dare il nostro contributo per ricominciare a vivere».
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