25 aprile: Vivaio Saronno ripercorre la storia degli operai dell’ex Isotta Fraschini caduti nella lotta antifascista
In occasione del 25 aprile Vivaio Saronno ha deciso di ricordare gli operai dell'ex fabbrica caduti per la libertà durante la lotta antifascista
(In copertina la fotografia di alcuni partigiani saronnesi)
L’anniversario della liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista del prossimo 25 aprile si avvicina. Per l’occasione Vivaio Saronno, il progetto di rigenerazione urbana dell’area dismessa in cui sorgevano gli stabilimenti saronnesi dell’Isotta Fraschini, ha deciso di ricordare gli operai dell’ex fabbrica caduti per la libertà durante la lotta antifascista.
Tra le prime storie ad essere raccontate c’è quella di Alberto Gabellini, detto “Walter”, fucilato il 9 marzo 1945 a Pessano con Bornago insieme ad altri sei partigiani, per rappresaglia contro l’uccisione di un ufficiale tedesco dell’impresa di costruzioni Todt, di stanza in paese. Di lui si parla in uno degli opuscoli di “Storie in Martesana”, scritto da Giorgio Perego. Gabellini, nato nel 1916, era figlio di Vincenzo Gabellini, consigliere comunale ucciso nel 1922 a Cambiago nel corso di una spedizione punitiva. Di professione meccanico fresatore lavorava nel reparto produzione armi degli stabilimenti milanese dell’Isotta Fraschini. Qui aveva iniziato a svolgeva un’attività clandestina di propaganda antifascista, distribuendo volantini e organizzando una rete con gli altri operai. In seguito divenne un partigiano, attivo in uno dei centri dell’antifascismo nell’est milanese.
Gaetano Codarri lavorava invece negli stabilimenti di Saronno dell’Isotta Fraschini. Parte della 183a Brigata Garibaldi, attiva nel Saronnese, morì insieme ad altri partigiani nell’aprile 1945.
Aramis Croci, antifascista, fu trasferito all’Isotta Fraschini di Saronno come operaio trapanista. Proprio a Saronno venne catturato e successivamente deportato nei lager nazisti. Aramis Croci è morto durante la marcia della morte, il trasferimento dei prigionieri dal Lager di Buchenwald a quello di Clausthal.
Luigi Carnelli, noto con il nome di battaglia Tito. Tito fu comandante della 183^ Brigata Garibaldi, attiva nel saronnese. Fu ucciso in un’imboscata dopo la liberazione, mentre tornava a casa dal lavoro nella sua fabbrica, l’Isotta Fraschini di Saronno.
In foto, insieme al quinto distaccamento della sua brigata, colmi di felicità, il 26 aprile 1945.
Carlo Caldirola, operaio di Isotta Fraschini morto per la libertà. La sua storia la racconta di nuovo Maurizio Cicardini. Carlo è il più giovane caduto dell’Isotta Fraschini: doveva ancora compiere sedici anni quando un colpo di pistola lo raggiunse in piazza della Scala.
(In aggiornamento)
26 aprile 1945, sull’autostrada l’ultimo scontro per la libertà di Saronno
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