Da Vienna a Saronno: una nuova vita per il pianoforte appartenuto alla famiglia di Antonio Fogazzaro
Ha inizio nella seconda metà del 1800 a Vienna la storia del pianoforte a coda che lo scorso dicembre è stato donato dalla famiglia del saronnese Vittorio Pini all'associazione culturale "Cantastorie Saronno". L'obiettivo dell'ente è ora quello di restaurarlo e ridargli nuova vita
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Attende una nuova vita l’antico pianoforte a coda che lo scorso dicembre è stato donato dalla famiglia di Vittorio Pini (in copertina il figlio del maestro Pini seduto al pianoforte), noto giornalista e storiografo saronnese scomparso nel 2012, a Cantastorie Saronno, associazione nata recentemente per promuovere e valorizzazione i beni culturali della città.
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Il pianoforte oggi
Uno strumento di pregio la cui storia ha inizio a Vienna nella seconda metà del 1800 e che arriva fino ad oggi, a Saronno.
Il pianoforte (tecnicamente un fortepiano, precursore dell’odierno pianoforte) venne costruito nei primi anni ’60 del 1800 nella capitale dell’allora Impero Austriaco da un’importante e rinomata ditta costruttrice di pianoforti. Lo strumento porta infatti la firma di Wenzel Tomaschek, nipote di Anton Tomaschek, fondatore della fabbrica che lavorò nell’età d’oro della scuola viennese.
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Il marchese Antonio Roi, nipote di Antonio Fogazzaro con il figlio del maestro Vittorio Pini nel 1958
Lo strumento fu di proprietà dei Fogazzaro-Roi, famigliari del poeta vicentino Antonio Fogazzaro. Nel 1958 venne ceduto dal marchese Antonio Roi, ultimo discendente della nobile stirpe, al saronnese Vittorio Pini e da lì è stato custodito nella casa di famiglia a Loggio Valsolda in Provincia di Como, la Villa Fogazzaro-Roi, oggi di proprietà del Fondo Ambiente Italiano.
Tasti in avorio, telaio in legno con martelletti rivestiti in pelle, questo pianoforte è un rappresentante della scuola viennese della seconda metà del XIX secolo. «L’avorio costa molto, quindi a Vienna veniva utilizzato solamente su strumenti di alto pregio – spiega il maestro Augusto Bonza, restauratore e studioso di strumenti a tastiera -. L’interno ad eccezione di piccoli tensori metallici è tutto di legno, non ha quindi un telaio in fusione di ghisa. È uno strumento che fa parte dell’evoluzione del pianoforte, è un passo precedente al pianoforte moderno».
Dello strumento se ne prenderà ora cura l’associazione “Cantastorie Saronno”, come spiega il presidente Andrea Germi: «La famiglia Pini ha voluto donarlo a noi perché siamo nati in seno al Museo Giuditta Pasta, quindi con un forte legame con la musica. Tutta l’associazione ringrazia la famiglia Pini di questa donazione: ci impegneremo a valorizzarlo e a dargli una nuova vita. Abbiamo già fatto valutare il pianoforte, che ha necessità di una restaurazione straordinaria e di essere poi accordato tre volte all’anno. Dovremo capire bene in quale progetto inserirlo e allo stesso tempo trovare i fondi necessari per valorizzarlo».
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