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“La terra ai contadini”. Quando a Cislago la terra dei nobili venne redistribuita ai coloni

Recentemente è stata ripulita una targa posta all'esterno di un vecchio casermone di Cislago, contenente una scritta che racconta un pezzo della recente storia del paese

Generica 2020

Un pezzo di storia del paese è emersa in questi giorni nel gruppo Facebook “Cislago sparita e da ricordare”. Recentemente infatti, grazie all’intervento della Protezione civile e della Pro Loco locale, è stata riportata alla luce la scritta posta all’esterno di un vecchio casermone di Cislago, in via Cavour, all’altezza dell’incrocio con la via San Francesco, edificio costruito sopra uno dei terreni che circa 100 anni fa fu acquistato da una cooperativa agricola locale ai nobili Castelbarco.

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"La terra ai contadini". Quando a Cislago la terra dei nobili venne redistribuita ai coloni 4 di 4
(In copertina la Cooperativa ambrosiana di Consumo in via IV Novembre, inaugurata nel settembre del 1922). 

 

La vicenda è raccontata nel libro “Cislago: terra di poveri terra di furbi” di Livio Mondini, dove si racconta che nel 1919 i nobili Castelbarco cominciarono a vendere i loro possedimenti terrieri in paese e così don Luigi Vismara, parroco di Cislago dal 1914 al 1949, ebbe l’idea di fondare una cooperativa agricola per acquistare i terreni messi in vendita, con lo scopo poi di ridistribuire la terra ai contadini del paese.

Nel libro Mondini ne parla così: “Fatte le debite consultazioni, lanciò l’idea e fece appello a tutto il paese al corrente con un prestito per la formazione del capitale per l’acquistoIl contratto stipulato il 6 luglio 1920 comprendeva al prezzo di lire 800.00: ettari 198.63.90 di terreno, una cascina (La Visconta), e nove corti in paese, denominate Corte Civelli, Corte Carbonara, Corte Viscardi, Corte Politano, Corte Duchetta, Corte Nuova o Linett, Corte Roncalbino, Corte dei Fiori e Corte dei Santi“.

Tramite quindi la cooperativa agricola i terreni vennero acquistati e con l’aiuto dell’ingegner Bertoletti di Saronno furono frazionati e rivenduti ai contadini una quarantina di fondi comperati dalla nobile famiglia. “I loro aderenti dunque attraverso lo slogan “la terra ai contadini” resero così padroni delle loro case e dei loro campi, ottanta coloni già della nobile casa Castelbarco” si legge nel libro di Mondini.

Nella targa ora leggibile in via Cavour si legge: “Per ardimento di pochi e consequente concordia di popolo fiorita in seno la cooperativa agricola questa casa sorse esperimento insigne dell’erpicacia del principio del movimento economico cristiano nell’anno 1925“.

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 12 Aprile 2021
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