La Società della Cura del Saronnese: “Chiediamo che nessun profitto debba essere fatto sulla pandemia”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Società della Cura del Saronnese in vista del presidio in piazza Libertà a Saronno che si terrà sabato 10 aprile
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Società della Cura del Saronnese in vista del presidio in piazza Libertà a Saronno che si terrà sabato 10 aprile.
La cosa assurda è che si può fare, anche senza cambiare le disumane regole del commercio mondiale:sospendere alle multinazionali farmaceutiche i diritti esclusivi e permettere la produzione dei vaccini per tutti gli abitanti del mondo, senza profitto, in quanto beni comuni!
I governanti europei, però, sempre più assoggettati ai profitti di Big Pharma, hanno già detto all‘organizzazione Mondiale del Commercio che per loro va bene così: niente vaccini senza brevetti. Perciò ci proviamo direttamente noi, cittadine e cittadini europei, a chiedere che nessun profitto debba essere fatto sulla pandemia. Lo facciamo con una firma, anzi con un milione, da almeno sette Paesi, grazie all’iniziativa dei Cittadini Europei “No profit on pandemic” (firma on line su noprofitonpandemic.eu/it).
Un’iniziativa europea e nazionale, perché finora anche il nostro governo è connivente.
Ma lo facciamo anche a livello locale, nei confronti di chi governa da quasi trent’anni la Regione Lombardia: quelli che hanno costruito sul profitto dei privati la distruzione della sanità pubblica di questa Regione, cianciando di una “eccellenza lombarda” che con la pandemia svela tutti i suoi limiti, con anziani e fragili abbandonati,morti e affossamento del diritto alle cure e alla salutedi cui qualcuno risponderà, un giorno in tribunale, ora lasciando i propri incarichi: dall’inquisito Fontana ai già condannati Moratti e Bertolaso.
Il governo commissari la sanità lombarda, per lo meno incapace se non addirittura colpevole di mala gestione della pandemia dal primo giorno a oggi. Lo chiedono da un anno 100mila lombardi. Si abbia il coraggio, da parte di Palazzo Chigi, di respingere quella che sarà una finta revisione della legge sanitaria regionale vigente (23/2015, cd. “Legge Maroni”), i cui pessimi annunci riguardano anche l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Valle Olona, di cui Saronno fa parte, con la volontà di confermare (peraltro attingendo a budget non realistici) l‘ospedale unico di Busto e Gallarate, oggetto proprio in questi mesi del processo “Mensa dei poveri”, che coinvolge anche l’eurodeputata FI saronnese Lara Comi. Si sciolga la Commissione Sanità della Regione Lombardia, presieduta dal consigliere regionaleleghista Emanuele Monti, che prometteva di dare risposte sul futuro dell’ospedale di Saronno entro i primi di marzo, sparito da un mese dai radar delle cronache saronnesi.
E insieme a lui si dimetta Letizia Moratti, che le stesse risposte le doveva a 19 sindaci del Saronnese,cui chiediamo di riprendere con forza l’iniziativa nei confronti della Regione Lombardia, latitante su tutti i fronti mentre il nostro ospedale rischia la chiusura o il declassamento. O la privatizzazione, che è lasituazione attuale negli ospedali di Albenga e Cairo Montenotte, luogo di lavoro dell‘attuale direttore generaledella ASST Valle Olona, Eugenio Porfido, nella sua precedente esperienza professionale all’ASL2 di Savona.
Al sindaco di Saronno, Augusto Airoldi, portavoce dei 19, chiediamo inoltre – come fatto ormai tre settimane fa – di avviare senza indugio il percorso pubblico e partecipativo per la ricostruzione delsistema sanitario, sociosanitario e sociale del territorio, prendendo spunto dalle esperienze, anche lombarde, già esistenti, per riavvicinare ai cittadini quei serviziche non solo in pandemia, ma anche quandofinirà, potranno prevenire nuove tragedie e garantire quella sanità pubblica, universale, preventiva, di qualitàche prevede l’articolo 32 della Costituzione.
Si può fare. Si può cambiare, concretamente, come in Italia la Società della Cura afferma nel Recovery PlanET, il suo documento per un utilizzo dei fondi europei in arrivo a favore delle persone!
La Società della Cura del Saronnese
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