Muratore ucraino assoldato dalla ’ndrangheta: arrestato a Concorezzo
L’uomo arrestato a Concorezzo la notte del 13 novembre 2018 ha messo alcune taniche di benzina davanti a due bar per costringere i titolari ad avvalersi per la fornitura di caffè di aziende riconducibili ad una cosca calabrese
Manovalanza straniera per la ‘ndrangheta. Un muratore di 31 anni, cittadino ucraino, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Vimercate, che hanno collaborato con i colleghi della compagnia di Sellia Marina.
L’uomo è stato rintracciando e arrestato nel comune di Concorezzo, dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia, nel quadro di un’operazione che ha portato in carcere 13 soggetti appartenenti alla locale ‘ndrangheta di Cutro e San Leonardo di Cutro. Gli arrestati sono ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
L’uomo arrestato a Concorezzo, un muratore che al momento stava lavorando in un cantiere, insieme ad altri tre uomini la notte del 13 novembre 2018 ha messo alcune taniche di benzina davanti a due bar per costringere i titolari ad avvalersi per la fornitura di caffè di aziende riconducibili alla cosca Mannolo di San Leonardo di Cutro. Dovrà rispondere del delitto di tentata e continuata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso.
L’indagine dei carabinieri ha preso avvio proprio dai due atti intimidatori ed è stata sviluppata attraverso indagini tecniche, servizi di osservazione e pedinamenti, accertamenti patrimoniali e testimonianze delle persone offese.
Gli elementi acquisiti nel corso dell’attività investigativa hanno consentito di documentare gli assetti e l’operatività sul litorale ionico-catanzarese delle articolazioni territoriali delle locali di ‘ndrangheta di Cutro e San Leonardo di Cutro, facenti capo alle famiglie Mannolo-Scerbo-Zoffreo-Falcone, interessate a imporre la propria presenza egemone sul territorio attraverso la commissione di una serie indeterminata di delitti, avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo, finalizzati ad imporre il controllo sulle attività economiche.
Le investigazioni svolte, grazie anche alla collaborazione di alcune delle vittime, hanno consentito di ricostruire l’attività usuraria svolta dagli indagati a danno dei commercianti e dei piccoli imprenditori in condizioni di difficoltà economica, con l’imposizione di tassi usurari compresi tra il 120% e il 150% su base annua e l’impiego di condotte estorsive finalizzate a ottenere il pagamento dei ratei mensili da parte delle vittime.
Sistematica e strutturata era anche l’imposizione del racket del “pizzo” nei confronti di imprenditori e commercianti del territorio da parte degli affiliati, soprattutto in occasione delle principali festività dell’anno. I carabinieri in Calabria hanno sequestrato due società intestate ad uno degli indagati, somme di denaro, rapporti bancari, finanziari, beni mobili ed immobili per complessivi 260.000 euro.
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