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Contro la DaD, la mamma di Alice: “I nostri ragazzi sono trattati come untori”

Il messaggio della 14enne stanca e senza più stimoli a causa della didattica a distanza ha fatto il giro del web. Sua madre Iole è un avvocato di Saronno e racconta il proprio punto di vista

Generica 2020

«I nostri ragazzi sono trattati come untori e non più come persone». Iole Struzziero, avvocato, cittadina di Saronno e mamma di Alice, 14enne al primo anno di liceo, torna sulle problematiche legate alla didattica a distanza e ai profondi disagi vissuti dai giovani in questo periodo di pandemia.

“Sono uscita per rilassarmi, non ce la faccio più”. La figlia Alice scriveva questa frase su un foglio appoggiato di fianco al suo pc e che Iole, tornata a casa da lavoro, ha pubblicato con una foto sul suo profilo Facebook.

“Basta DaD, esco a rilassarmi”: il messaggio di Alice diventa la voce di tanti studenti

Un post che, con oltre 1000 condivisioni e centinaia di commenti, ha fatto il giro dei social e mosso una comunità intera ad interrogarsi su una situazione che grava sempre di più sui ragazzi, privati della scuola e delle relazioni sociali.

«Alice è rimasta contenta della voce che le ho dato con quel post su Facebook, ha ricevuto diverse manifestazioni d’affetto tramite i social – racconta Iole -. In tanti le hanno fatto i complimenti perchè ha dato voce a tutti i ragazzi che si trovano nella sua stessa situazione. Ho la fortuna di avere una figlia che mi racconta tutto e si sfoga, a differenza di altri adolescenti che possono essere più introversi».

Iole prova a spiegare le problematiche che stanno avvolgendo i giovani e definisce questa situazione come una vera e propria emergenza, che va veloce quanto il Covid: «I ragazzi vivono male questa situazione, non hanno neanche nessun momento di svago e subiscono molto il periodo – spiega -. Posso affermare che da quanto so e confrontandomi con professionisti, tanti adolescenti commettono addirittura atti di autolesionismo. Questo malessere dei ragazzi è un problema che sta diventando un’emergenza neuropsichiatrica, che corre veloce quanto il virus».

Una situazione grave ma nella quale bambini e ragazzi continuano ad essere l’ultima ruota del carro: «Il problema è che bambini e adolescenti in questa situazione sono sempre stati trascurati, la società non gli hai mai dato voce. Da avvocato sono particolarmente sensibile alle problematiche delle famiglie e dei minori e sto cercando di capire cosa si può fare per fermare questa situazione. Sono negati i diritti dei minori, a partire ovviamente dal diritto all’istruzione. Ci deve essere clamore per trovare soluzioni costruttive, altrimenti è una situazione che non si riesce a smuovere. All’inizio era emergenza, ora è inefficienza».

Iole descrive anche la sensazione d’impotenza provata, da genitore, di fronte a un simile contesto: «Da mamma ho molta rabbia dentro e mi sento molto impotente. Ricevo tanti messaggi da persone che mi dicono di non mollare. I ragazzi non hanno una prospettive, non hanno nulla in cui credere, sono rassegnati e lo dimostra anche il fatto che non si sono mai davvero mobilitati per difendere i loro diritti. Si stanno spegnendo, un adolescente soffre molto una situazione così».

Il problema più grave, secondo l’avvocato di Saronno, è la mancanza di attività di svago che possono seguire ad ore e ore di lezione a casa davanti a un pc: «Nessuno parla dei ragazzi e soprattutto di proposte per uscire da questa situazione. Si potrebbero ad esempio riaprire in sicurezza le biblioteche o organizzare delle attività ricreative, anche previo tampone, ma non basta dire “chiudiamo tutto”, senza proporre alternative».

Una situazione in cui, tra i ragazzi, viene a mancare qualsiasi tipo di prospettiva futura: «Oltre a non andare a scuola – prosegue – questi ragazzi dopo le lezioni al computer non possono fare nient’altro. Possono solo stare al telefono o alla playstation: tutto questo porta i giovani a non sperare in niente, a non avere prospettive future».

«I ragazzi pagano l’inefficienza di Stato e Regioni, non hanno la scuola ma non hanno neanche momenti di svago – conclude Iole -. Sono trattati come untori e non più come persone e noi genitori dobbiamo inventarci qualcosa, ogni giorno, per tutelare i nostri ragazzi. La salute mentale è più importante delle regole, se queste diventano un abuso».

La mamma di Alice è tornata anche sulla manifestazione contro la DaD che è arrivata anche a Saronno e a cui ha preso parte: «Confrontandomi anche con le organizzatrici, posso dire che siamo rimaste contente di com’è andata la manifestazione, perchè ha avuto un buon numero di adesioni. Vedere tutti quei bambini insieme anche solo per un pomeriggio è stato bello».

Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 30 Marzo 2021
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