“Basta DaD, esco a rilassarmi”: il messaggio di Alice diventa la voce di tanti studenti
Il messaggio della ragazza e il commento della mamma sono stati postati sui social e stanno facendo il giro delle bacheche e degli spazi dedicati a studenti e genitori alle prese con la didattica a distanza
Alice ha 14 anni ed è una ragazza esasperata dalla didattica a distanza: ieri mattina ha deciso di spegnere il computer, lasciare un biglietto sul tavolo ed uscire per andare a rilassarsi.
Sua mamma, avvocato di Saronno, tornata a casa dallo studio ha visto il biglietto e riflettuto sulla situazione, sulle difficoltà degli studenti e dei giovani costretti a casa a causa del Covid e delle restrizioni decise dal Governo.
Il messaggio della ragazza e il commento della mamma sono stati postati sui social e stanno facendo il giro delle bacheche, non solo nei gruppi saronnesi, ma anche in diversi spazi dedicati a studenti e genitori alle prese con la DaD: dopo le proteste della scorsa domenica, un altro segnale di stanchezza che prende questa forma diversa e sicuramente di impatto.
Accade stamattina alle 11 50.
Alice spegne il PC, stacca la spina dalla dad che avrebbe concluso alle 16.00.
Tutta una tirata davanti ad uno schermo con la prof. che parla, che fa del suo meglio ma che non arriva.
Alice molla il colpo non ce la fa più, scoppia a piangere, piange e piange.
Esce di casa e mi lascia questo biglietto…..
Ovviamente è a casa da sola perché io sono in studio. Io sono sempre in studio.
Questa è la realtà, il resto sono cazzate!
Io come devo sentirmi? Mi sento impotente, vorrei spaccare tutto!
Ma tanto quelli che studiano lo fanno anche dietro un PC.
Cazzata perché Alice a 14 anni studia con profitto, ha scelto il liceo artistico perché adora l’arte, lei guarda i film sulla vita di Van Gogh, che è il suo artista preferito, e si commuove.
Adora la musica.
Non è una ragazzina piagnucolona, con una madre come me c è poco da piangersi addosso.
E ‘crollata, non sorride, si spegne giorno dopo giorno.
Io cerco di incoraggiarla non le dico che al suo posto con i miei compagni avremmo occupato la scuola per giorni e che non sarebbero bastate le forze dell’ ordine per buttarci fuori.
Mi mordo la lingua non posso dirle queste cose
Oggi accade questo e sono incazzata, raccolgo le sue lacrime e le prometto che farò qualche cosa.
Non sto seduta, agisco mi espongo ci metto la faccia ed il cuore in tutto quello che faccio.
Intanto il sorriso non c è più!
Quegli adulti di cui si fidano, che avrebbero dovuto proteggerli lì hanno presi per il culo per un anno.
E non è ancora finita!
Come faccio a dirle queste parole!
Chiediamo loro scusa, almeno questo glielo dobbiamo!
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