Anche a Caronno un flash mob con i piccoli della scuola dell’infanzia per dire no alla dad
Nel pomeriggio di domenica una trentina di bimbi della scuola dell'infanzia Montessori di Bariola si sono riuniti, insieme a genitori ed insegnanti, con cartelli e disegni per dire no alla didattica a distanza
Un flash mob dei piccoli della scuola dell’infanzia per dire no alla didattica a distanza. Nel pomeriggio di domenica 22 marzo, giorno di manifestazioni contro la dad a Saronno, anche a Caronno Pertusella c’è stato un momento per dare voce ai bambini e reclamare il diritto di tornare in classe.
La proposta è nata da alcune mamme dell’asilo Montessori, della frazione Bariola. Circa una trentina di bambini, insieme ad alcuni genitori e ad un’insegnante, si sono riuniti nel parcheggio adiacente alla scuola Giovanni Pascoli per un momento di condivisione con cartelli e disegni realizzati dai bimbi per dire no alla dad, un applauso simbolico e dei canti di gruppo.
Noi ci siamo comportati bene; Noi ci sentiamo soli; Noi abbiamo bisogno di esperienze e di imparare insieme; Io le regole le ho rispettate; Torniamo a scuola, sono le frasi scritte dai piccoli sui loro disegni attraverso i quali hanno fatto sentire la loro voce.
«L’anno scorso, quando abbiamo chiuso, non abbiamo potuto vedere la reazione dei nostri bambini, che abbiamo rivisto soltanto a luglio – spiega un’insegnate della scuola dell’infanzia di Bariola -. Invece quest’anno, quando c’è stato detto di chiudere, abbiamo visto con i nostri occhi come hanno reagito. Alcuni erano arrabbiati, altri hanno pianto, altri davano baci ai loro giochi o ai muri ma la loro sofferenza era evidente».
«Far le cose a distanza è davvero complicato – prosegue -. In questo modo abbiamo dato voce ai bambini, che non sono stati mai considerati e che in questa situazione sono sempre stati l’ultima ruota del carro. Per i bimbi la scuola è una palestra per la vita, a livello sociale e relazionale. Qui a Bariola non abbiamo chiuso neanche una sezione da settembre e crediamo che farci chiudere sia un’ ingiustizia. I bambini piccoli hanno bisogno di contatti, di relazioni. A loro manca tutto questo e un rapporto diretto con amici ed educatori. Grazie a questo flash mob li ho rivisti ed è stata una bella iniziativa».
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