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Domenica 21 marzo la 444esima edizione della Festa del Voto a Saronno

Torna una delle più antiche tradizioni religiose della città, che si celebra ogni anno dal lontano 1577 per rinnovare il voto fatto dai saronnesi alla Madonna dopo la peste di San Carlo. La riflessione del prevosto don Armando

Generica 2020

Domenica 21 marzo a Saronno si celebra la 444esima edizione della Festa del Voto, una delle più antiche tradizioni religiose della città. Una ricorrenza che nasce nel lontano 1577 e che viene celebrata ogni anno nella terza domenica del mese di marzo.

Voluta fortemente dalla Comunità Pastorale, la Festa del Voto si celebra appunto dal 1577 per rinnovare il voto fatto dai saronnesi, che affidarono alla Madonna del Santuario il loro ringraziamento al termine della pestilenza (la terribile peste di San Carlo), che colpì la città di Saronno con il primo caso di peste che fu scoperto il 23 agosto del 1576.

Era scoppiata la peste e i saronnesi, liberati da questo flagello, riconobbero la protezione della Madonna e, con atto legale notarile, fecero un voto. Decisero di digiunare nella vigilia dell’Annunciazione, di recarsi in processione al Santuario della Madonna e vincolarono il Comune a portare “18 candele di prima qualità”, nonché celebrare la messa solenne di riconoscenza.

Quest’anno, per il secondo anno consecutivo a causa della pandemia, la celebrazione non potrà avvenire nella forma tradizionale. Ci sarà la messa con l’offerta della cera da parte delle autorità civili e del sindaco in nome dell’intera comunità e la funzione sarà preceduta dal suono delle campane.

Non è prevista invece la processione dei fedeli dalla Chiesa di San Francesco al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli. Processione che un anno fa, nella prima celebrazione “casalinga” della Festa del Voto, fu annullata nel rispetto delle norme anti contagio.

Domenica la cerimonia si terrà, in forma contingentata, a partire dalle ore 16 presso il Santuario di Saronno. La messa solenne sarà presieduta dal vescovo monsignor Franco Agnesi, vicario generale della Diocesi, alla presenza delle autorità civili a partire dal primo cittadino Augusto Airoldi.

LA STORIA DEL VOTO

I Saronnesi decisero di ricorrere alla loro Madonna dei Miracoli per chiedere la grazia della cessazione del terribile morbo della peste. Il 23 maggio 1577 i rappresentanti della popolazione si riunirono nella cappella di S. Rocco nella antica chiesa parrocchiale e fecero voto solenne e perpetuo di digiunare la vigilia della Annunciazione e, nel giorno della festa, 25 marzo, di recarsi in processione al Santuario della Madonna per offrire le candele e celebrare la messa solenne di riconoscenza.

Il documento del 15 febbraio 1614, l’unico pervenuto alla Comunità Pastorale relativo al Voto, è composto di tre fogli e si trova presso l’archivio della Chiesa Prepositurale.

L’APPELLO DEL PREVOSTO DON ARMANDO

Nella settimana che porta alla Festa del Voto il prevosto don Armando Cattaneo, con una lunga riflessione, ha lanciato un appello ai fedeli: “Quest’anno facciamo tutti un nuovo voto: accettiamo di cambiare”.

Per il secondo anno consecutivo la Città di Saronno si vede costretta a rivivere il Voto come Supplica alla Madonna dei Miracoli affinché liberi noi e il mondo intero dall’epidemia. Quest’anno con sulle spalle il peso di una quantità di infettati e di morti neanche immaginabile un anno fa.

Ma questo benedetto Voto sarà vera fede? O solo un rito? Se non ha funzionato lo scorso anno perché dovrebbe essere efficace stavolta? Non abbiamo le fette di salame sugli occhi, le domande ce le facciamo tutti. Vorrei però contestare la premessa, che cioè le preghiere nostre e del mondo non hanno funzionato!

Per cominciare non i preti ma gli scienziati ci assicurano che mai avrebbero scommesso di ottenere un vaccino in meno di un anno. Ora di vaccini ne abbiamo una decina: non conta come grazia ricevuta? Moltissimi di noi lavorano da casa: occorre trovare le giuste proporzioni, ma questo dimostra che si può puntare ad una concezione più umana e familiare del lavoro, si possono evitare le code infernali sulle autostrade…

Moltissimi però il lavoro lo hanno perso – mi obietterai – e perderemo anche i nostri adolescenti con le scuole a singhiozzo! E’ vero, ma è anche vero che ci ostiniamo a non voler cambiare: via tanti lavori vecchi, avanti coi mille lavori nuovi, che potrei riassumere come i LAVORI DI CURA. VIA I LAVORI CHE DISTRUGGONO i polmoni, il cuore, la salute, il verde, gli oceani, il UN VOTO NUOVO: DECISI A CAMBIARE

Attualità di un segno che sembrava demodé territorio. AVANTI COI LAVORI CHE CURANO tutto quello che ho scritto qui sopra e in particolare curano la dignità, il rispetto, la fragilità di chi non sa farsi valere. Abbiamo ancora tantissimo DA CHIEDERE nel voto 2021.

Ma abbiamo prima ancora una cosa DA FARE. Facciamo tutti un NUOVO VOTO: ACCETTIAMO DI CAMBIARE mentalità, punti di vista, abitudini. Propongo allora che il Voto non sia più tanto quello di portare cera alla Madonna, ma di imparare le mille lezioni che trascuriamo da troppo tempo e cioè: che siamo tutti fragili e tutti legati: ci si salva tutti o nessuno, perché siamo “fratelli tutti” e sulla stessa barca! Che per curare la salute di noi uomini dobbiamo cominciare dalla salute di alberi, animali, aria, acqua, terra, ambiente. Che l’uomo è parte della natura viva, i soldi no.

Che ricuperiamo la civiltà della cura e l’economia circolare, quella che non butta ma riporta a nuova vita. Avverrà così che l’immenso dolore che stringe i cuori in questa pandemia sarà non dolore di morte, ma avrà tutte le caratteristiche dei dolori del parto!

don Armando

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Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 16 Marzo 2021
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