Firmata una convenzione tra Caritas Ambrosiana e Inps Milano: più facile richiedere gli aiuti pubblici
Grazie alla collaborazione tra i volontari dei centri di ascolto e i funzionari dell’Istituto. Gualzetti: «Aiutiamo chi ha bisogno a ottenere ciò che gli spetta di diritto». Salomone: «Sostenere i più fragili è la nostra vocazione»
Per senza dimora, stranieri, impoveriti a causa del Covid sarà più facile richiedere il Reddito di cittadinanza o di emergenza, il bonus bebè, l’assegno familiare e in generale vedersi riconosciuti gli aiuti ai quali si ha diritto. In tempi di crisi sociale, Caritas Ambrosiana e la Direzione di coordinamento metropolitano INPS di Milano hanno definito una convenzione nell’ambito dell’accordo quadro tra l’Istituto di previdenza e la Caritas Italiana “INPS per tutti” teso a favorire l’accesso anche delle persone più fragili alle misure di sostegno previste dallo Stato.
La nuova convenzione, sottoscritta oggi dal direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, e dal direttore della Direzione di coordinamento metropolitano Inps di Milano, Michele Salomone, prevede che i 130 centri di ascolto della città di Milano, con i loro oltre mille volontari, diventino le porte di accesso ad un sistema di contributi ancora più integrato tra pubblico e privato. Chi si rivolgerà a questi sportelli presenti capillarmente sul territorio, in genere presso locali messi a disposizione dalle parrocchie, non solo sarà indirizzato ai servizi assistenziali e di promozione umana offerti dalla Caritas Ambrosiana, ma sarà anche aiutato più di quanto avveniva in passato a ottenere le misure statali di sostegno al reddito. Una possibilità niente affatto scontata soprattutto per i più emarginati e diventata urgente tanto più durante la crisi sociale che è seguita alla pandemia.
L’esperienza sul campo di questi ultimi mesi ha messo in luce quanto proprio chi ha più bisogno ha più difficoltà a vedersi riconosciuto quello che gli spetterebbe di diritto.
Per esempio il reddito di cittadinanza è erogato in base all’Isee (l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Tuttavia l’Isee non fotografa la situazione della famiglia in tempo reale. E poiché, con il Covid diverse persone hanno perso il lavoro o avuto cali significativi di reddito negli ultimi mesi, capita spesso che le condizioni attuali non corrispondano più a quelle dichiarate. La conseguenza è che ci sono famiglie che rimangono escluse dagli aiuti che pure spetterebbero loro. Per ovviare a questo problema è in realtà sufficiente richiedere l’Isee corrente (un aggiornamento), una procedura spesso sconosciuta proprio a chi ne avrebbero bisogno. Grazie, invece, alla collaborazione tra i volontari dei centri di ascolto e i funzionari dell’Inps di Milano, queste barriere di accesso all’aiuto pubblico saranno abbassate.
In particolare la convenzione stabilisce che i 1300 volontari dei 130 di ascolto presenti a Milano somministrino agli utenti un questionario finalizzato alla materiale individuazione dei bisogni e all’accertamento della sussistenza dei requisiti utili all’accesso alle prestazioni erogate dall’Inps. Inoltre i volontari saranno formati sulle misure di sostegno erogate dall’Istituto e avranno a disposizione un canale di comunicazione privilegiato con i funzionari. Inoltre per la risoluzione di casi di maggiore delicatezza, i volontari dei centri di ascolto potranno richiedere appuntamenti in presenza con il personale dell’INPS, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale.
Un tavolo tecnico costituito da rappresentanti di Caritas Ambrosiana e Direzione di coordinamento metropolitano di Milano monitorerà l’andamento della convezione per tutta la sua durata che è prevista di un anno. La convenzione non prevede costi per l’Inps. La collaborazione dei volontari dei centri di ascolto avverrà dunque a titolo gratuito.
«Sono spesso i più poveri anche quelli che meno conoscono i propri diritti – ha dichiarato Luciano Gualzetti -. Con la convenzione, facciamo un significativo passo in avanti per garantire alle persone in difficoltà l’accesso a quelle misure sociali previste dalle norme ma delle quali proprio chi si trova in uno stato di bisogno a volte non usufruisce semplicemente perché le ignora. Con questo accordo il progetto diventa ora operativo a Milano in un momento molto difficile per la città. Ci auguriamo che i risultati siano soddisfacenti e che possa essere esteso anche sul resto del territorio della nostra diocesi nei tanti centri medi e piccoli in cui la Caritas è presente con i propri centri di ascolto e servizi».
«Con gli impegni assunti in questa convenzione, l’Istituto ribadisce una sua speciale vocazione a sostenere le persone più fragili, gli invisibili, coloro che versano in uno stato di bisogno tale da non avere nemmeno la forza per chiedere di esserne sollevati – commenta Michele Salomone -. Affiancare queste persone sospinge il nostro lavoro quotidiano verso un’estrema pienezza di senso»,
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