Giorgia Marcomin, sogni e progetti della campionessa di Saronno
Una giovane campionessa, ma anche una ragazza che ha dei sogni (sportivi e non) e che si è raccontata a SaronnoNews, nell’intervista realizzata dal nostro Luca Cabrini
Una giovane campionessa, ma anche una ragazza che ha dei sogni (sportivi e non) e che si è raccontata a SaronnoNews, nell’intervista realizzata dal nostro Luca Cabrini.
Lei è Giorgia Marcomin, classe 2002, saronnese doc, atleta dell’Osa Saronno, fresca campionessa italiana Juniores nei 60 ostacoli (disciplina che ha un legame a doppio filo con Saronno, vedi Lorenzo Perini), titolo ottenuto ad Ancona ad inizio febbraio.
Atletica, la saronnese Giorgia Marcomin è campionessa italiana juniores nei 60 ostacoli
Come è nata la tua passione per l’atletica?
«Per questo devo ringraziare mia mamma: all’inizio io non ne volevo sapere, ma poi quando ero in terza media si è messa in contatto con il mio professore di educazione fisica dell’epoca (che è anche un allenatore storico nella mia società) e insieme mi hanno convinto ad iniziare. Mi sono appassionata sempre di più! Inizialmente non volevo neanche gareggiare, mi spaventava l’idea, e ora… quante cose che sono cambiate! Ho capito che questo sport mi piaceva davvero davvero tanto verso la seconda superiore, e adesso è una vera e propria costante nella mia vita, non saprei farne a meno!».
Come ti prepari per le gare? Hai un segreto?
«La preparazione fisica è fondamentale, ma anche quella mentale è molto importante: puoi anche essere perfettamente in forma, ma se lasci vincere il nervosismo è la fine. Come ho detto prima, all’inizio ero agitatissima in gara, mi facevo prendere dall’ansia e vivevo male quello che adesso per me è uno dei momenti più belli della stagione; con il tempo però ho imparato a superare questa cosa, e adesso quando sono in gara sono tranquillissima, felice, spensierata, apparentemente quasi deconcentrata! Ma la realtà è che ho realizzato che più chiacchiero, faccio battute e rido durante il riscaldamento, meglio va la gara: come mi dicono sempre i miei amici, sono l’unica che dietro i blocchi sorride… Insomma, ho bisogno di energie positive e per questo devo ringraziare il mio allenatore, che mi asseconda sempre. Naturalmente è importante anche la concentrazione quando arriva il momento di mettercela tutta, e quest’anno sento di aver cambiato la mia mentalità in gara: è più agonistica, ho più “fame” di risultati e non corro più “per vedere come va”, ma per dimostrare che va bene (in primis, ovviamente, a me stessa, perché sono alla continua ricerca di consapevolezza e solidità)».
Ad Ancona hai ottenuto il titolo italiano di categoria, raccontaci come è andata…
«Nei giorni prima ero serena, ma devo ammettere che ho pensato a questa gara e a come sarebbe andata un po’ più delle altre volte, avevo proprio voglia di correrla. Per arrivare in pista nella indoor di Ancona bisogna seguire un percorso che passa di fianco al podio, e sia prima della batteria che prima della finale me lo sono mangiata con gli occhi, per la prima volta ho sentito quella determinazione agonistica che non avevo mai sentito prima. Poco prima della gara ho pensato “è difficile che io ce la faccia, nelle gare di ostacoli tutto può succedere, forse dovrei accontentarmi della medaglia d’argento”; poi una volta dietro i blocchi non si pensa, si deve avere la mente libera e andare a sensazioni, e io ho sentito che volevo questa medaglia d’oro. Sono scesa in pista con un po’ di grinta in più, con la possibilità concreta di potercela fare: è stata la prima volta che correvo per vincere, per prendermi quel primo posto. Nonostante tutto ciò la prima emozione che ho provato subito dopo aver tagliato il traguardo è stata sorpresa (e lo si può vedere dalla mia foto all’arrivo), perché la mia avversaria è molto forte ed è stata proprio una bella gara, un bel testa a testa, e io mi sono giocata tutto quello che avevo, mettendoci il cuore fino all’ultimo centimetro e all’ultimo centesimo. Poi, ovviamente, un’immensa soddisfazione nel vedersi ricompensati per tutto l’impegno e i sacrifici».
Ti hanno seguito in tantissimi, è bello avere tanti amici che fanno il tifo per te?
«Secondo me la parte più bella della gara è il “dopo”, il momento in cui ci si scambia immensi sorrisi, ci si abbraccia e si condivide la felicità del momento: non è un vero risultato se non è condiviso. Ovviamente quest’anno tutto ciò è un po’ mancato, ma è stata comunque una grandissima emozione sentire la gioia dei miei amici e della mia famiglia, anche se a distanza. Sono felice di avere delle persone che mi seguono e mi fanno il tifo, la trovo una cosa molto tenera ed è un aspetto importantissimo che mi aiuta anche ad avere un po’ più di consapevolezza di me stessa. Nonostante l’atletica possa sembrare uno sport individuale, la realtà è che dietro ogni risultato c’è un grandissimo lavoro di squadra: per questo volevo ringraziare la mia famiglia e i miei amici, che mi supportano sempre e mi hanno seguito da casa, e in particolare i miei amici che vedo ogni giorno al campo, senza i quali non sarebbe assolutamente lo stesso… E ultimo, ma decisamente non per importanza, il mio allenatore, Lorenzo Antico, che mi segue praticamente da quando ho iniziato e a cui devo questo grande risultato, ma anche l’atleta che sono oggi».
Dopo il titolo tricolore, quali sono i tuoi obiettivi futuri?
«In questi mesi dovrò lavorare sodo perché quest’estate nel mirino ci sono sia Europei che Mondiali Under 20, gli appuntamenti più importanti della stagione. Spero tanto di riuscire ad andarci, ovviamente Covid permettendo… Sarebbe la mia prima esperienza in nazionale, con la maglia azzurra, e ci tengo davvero tanto! Questo chiaramente significa fare dei sacrifici e delle rinunce, ma le faccio volentieri, inseguo il mio sogno».
In pista abbiamo avuto modo di conoscerti, raccontaci chi la Giorgia di tutti i giorni…
«Giorgia è una studentessa all’ultimo anno di liceo linguistico, che divide le sue giornate tra allenamenti e studio, ma si concede anche momenti e serate di svago con i suoi amici, come una normalissima diciottenne; le mie giornate sono un po’ incastrate, ma ci tengo ad ottenere buoni risultati sia nello sport che nello studio: metto il cuore in tutto quello che faccio. Sono una ragazza solare e sempre con il sorriso stampato in faccia, un po’ impulsiva, un po’ un disastro ambulante. Ho una personalità frizzante e sono un tipo semplice, mi diverto e sono felice con poco: basta un bel gelato per farmi tornare il sorriso dopo una giornata no!».
Cosa sogna una ragazza di 19 anni come te?
«Per quanto riguarda l’Università sono ancora bella indecisa sul da farsi, non sono mai stata particolarmente sicura di quello che volessi fare e neanche da piccola avevo sogni nel cassetto tipo fare l’astronauta… Ma diciamo che spero ancora nell’illuminazione divina! Quel che è certo però, è che voglio rimanere nel mondo dell’atletica ancora per un bel po’, probabilmente anche questo bel risultato mi ha stimolata: sarebbe bellissimo entrare a far parte di un gruppo armato per fare dell’atletica il mio lavoro, oltre che la mia grande passione, ma mi rendo conto che non è affatto facile e io non ho fretta. Non sono una persona ambiziosa e non ho obiettivi “rigidi”: io punto sempre a fare bene e a dare il meglio di me seguendo la mia testa, le mie gambe e il mio cuore, aspettando di scoprire dove tutto ciò mi porterà».
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