Sviluppo e confini di un ambiente naturale. Vivaio Saronno intervista Francesco Radrizzani e Sara Pivetta
I tempi della natura sono diversi dai tempi di un ambiente verde artificializzato e i confini della natura non rispettano i limiti catastali. L'intervista di Vivaio Saronno all'agronomo Francesco Radrizzani e all’architetto del paesaggio Sara Pivetta
I tempi della natura sono diversi dai tempi di un ambiente verde artificializzato, sono tempi più lunghi, che richiedono patti generazionali e per metterli in praticaserve uno sviluppo culturale della società.
È quanto affermano l’agronomo Francesco Radrizzani e l’architetto del paesaggio Sara Pivetta nella nuova intervista pubblicata da Vivaio Saronno, progetto nato per raccogliere idee e rilanciare la riqualificazione dell’area dismessa ex Isotta Fraschini.
«Non possiamo aspettarci un tutto e subito, che è un classico del nostro tempo. Qui bisogna fare un ragionamento di tipo diverso, bisogna capire che i tempi sono quelli della natura, che saranno tempi molto lunghi, che ci vorrà un patto tra le generazioni, che quello che adesso viene iniziato dovrà essere portato avanti. Quel bosco continuerà a svilupparsi, per cui questo è un aspetto che richiede un passaggio di crescita da parte di tutti noi, dobbiamo imparare a capire e a vedere la natura coi tempi che la natura ha e si dà da sempre. Se non vogliamo artificializzare la natura dobbiamo imparare ad accettare questi tempi, dobbiamo imparare a conviverci e questo è un passaggio culturale molto difficile da accettare».
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Nell’intervista si parla poi dei confini del bosco presente all’interno della proprietà, che non si ferma ai limiti catastali dell’area, ma va oltre. «Ad oggi noi ragioniamo su quello che è la proprietà, ma in realtà le aree naturali in quella zona industriale vanno oltre la proprietà, vanno oltre il muro di cinta, vanno anche su terreni attigui che sono di altre proprietà e sarebbe molto interessante fare un ragionamento complessivo su quell’area» spiega l’agronomo Radrizzani.
«L’area confina con quello che era il viale del cimitero – commenta l’architetto Pivetta -, potrebbe essere anche quello parte di una trasformazione. Il cimitero confina con il Lura, quindi il tema della rete è un tema che sicuramente sarà interessante da sviluppare e da portare avanti non solo pensando a quello che succede all’interno dell’area, ma anche guardando a quelli che sono i suoi confini, cercando di capire che relazione può avere con gli esterni. Potrebbe essere anche uno stimolo per progettare quello che c’è intorno in maniera diversa».
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