Il cordoglio del Pd di Saronno per la scomparsa di Franco D’Addario, storico attivista del PCI
Riportiamo il messaggio di cordoglio pubblicato dal Pd Saronno per la scomparsa di Franco D'Addario, storico attivista del PCI
Riportiamo il messaggio di cordoglio pubblicato dal Pd Saronno per la scomparsa di Franco D’Addario, storico attivista del PCI.
Franco D’Addario apparteneva a quella generazione di meridionali di origine contadina che, con le loro fatiche in fabbrica e con l’impegno sociale, hanno contribuito, a partire dagli anni 60, a costruire quella stagione dei diritti di cui oggi beneficiano gran parte dei lavoratori e dei cittadini.
Nativo della terra del grande dirigente sindacale Giuseppe Di Vittorio ed orgoglioso della provenienza pugliese, scelse la vita della fabbrica al Nord e, nella prima metà degli anni 70, abbracciò la causa del movimento sindacale e della sinistra politica.
A scanso di equivoci e di omissioni ( di cui la storia recente è assai piena) diciamo Franco è stato un militante comunista, anzi un attivista ed un dirigente del più grande partito di massa che l’Italia abbia conosciuto, il PCI. Venuto ad abitare a Saronno proveniente da Milano, unitamente alla moglie Romana ed alla figlia Monica, ha svolto diverse funzioni nel sindacato e nel partito.
Come delegato sindacale seppe conquistarsi la stima anche dei titolari delle aziende in cui ha lavorato; come attivista del Pci ha ricoperto molti incarichi compreso quello di Segretario di sezione e consigliere comunale. La sua fede politica comunista non gli ha mai impedito di nutrire una visione disincantata della lotta politica in cui c’era poco spazio per gli ideologismi e le battaglie senza prospettiva: grande buon senso e realismo lo hanno sempre accompagnato nella sua funzione di militante politico.
Gli iscritti di allora del PCI lo ricordano come un compagno sobrio nei comportamenti e sempre disposto ad imparare; questo tratto non gli impediva tuttavia di difendere quello in cui credeva e di coltivare una certa caparbietà nel tutelare le sue idee che, in gran parte, coincidevano sempre con la linea ufficiale del partito. Quando finì l’esperienza storica del PCI sostenne la trasformazione dello stesso in PDS e rimase sempre legato a quella casa in tutte le varie trasformazioni che hanno fatto seguito fino al PD e coltivò un impegno costante nell’altra sua casa, la CGIL, come segretario per diversi anni del Sindacato Pensionati SPI.
Aveva scelto di stare da una parte e lì è rimasto fino alla repentina fine dei suoi giorni. I vecchi compagni che con lui hanno condiviso tanti anni di battaglie e fatiche comuni lo ricordano a tutti come un esempio di rettitudine morale, di attaccamento alla famiglia ed ai valori più profondi della vita, di coerenza con gli ideali per cui ha vissuto e si stringono attorno alla sua.
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