Addio a Franco Marini, il sindacalista che sfiorò il Quirinale
Aveva 87 anni, era ricoverato a causa del Covid-19. Tra il 2006 e il 2008 fu Presidente nel Senato; nel 2013 andò vicino alla presidenza della Repubblica
È morto a Roma all’età di 87 anni Franco Marini, sindacalista e uomo politico di centro che è stato protagonista in prima persona di una lunga stagione del nostro Paese. Era ricoverato da alcuni giorni, colpito dal Covid-19.
Nato nel 1933 a San Pio delle Camere, in provincia dell’Aquila, Marini – cattolico e democristiano – ha legato a lungo il proprio nome a quello della CISL di cui è stato segretario generale tra il 1985 e il 1991. Lasciato quell’incarico tornò in politica nelle file della Democrazia Cristiana, diventando Ministro del lavoro nel settimo e ultimo governo Andreotti, caduto nel 1992.
Con la diaspora della DC divenne quindi segretario del Partito Popolare Italiano e quindi iscritto alla Margherita, venne eletto alla seconda carica dello Stato – la Presidenza del Senato – nel 2006 e rimase in carica per due anni. Nel corso del suo mandato venne anche incaricato di un mandato esplorativo dal Presidente Napolitano, in seguito alla caduta del secondo governo Prodi.
Il suo nome tornò in primissimo piano nel 2013 quando venne indicato come possibile nuovo Presidente della Repubblica. Marini andò molto vicino all’elezione, sostenuto da molte forze politiche, ma si fermò a 521 voti contro i 672 richiesti. La sua candidatura quindi sfumò e il Parlamento elesse per la seconda volta Giorgio Napolitano.
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