Bullismo e cyberbullismo, Miglino: “Famiglia e scuola giocano un ruolo fondamentale”
La riflessione di Mariassunta Miglino, docente all'ITCS Zappa ed ex assessore alla Cultura di Saronno, in occasione della Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo del 7 febbraio
Riportiamo il commento di Mariassunta Miglino, docente all’ITCS Zappa ed ex assessore alla Cultura di Saronno, in occasione della Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo che ricorre oggi, 7 febbraio.
Risultano sempre più allarmanti i dati relativi al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. In Italia più del 50% dei ragazzi/e risulta vittima di attacchi. Conoscere a fondo le caratteristiche e le conseguenze di simili fenomeni è sicuramente il primo passo verso efficaci strategie di contrasto e di limitazione dei comportamenti lesivi .
Noi insegnanti conosciamo bene Il bullismo e i suoi effetti. Sappiamo riconoscere la vittima e l’aggressore. Abbiamo imparato a riconoscere la paura e la solitudine nelle vittime e i comportamenti aggressivi, fisici e psicologici che sono attuati in maniera costante e ripetuta nel tempo da parte degli aggressori.
I comportamenti violenti consistono in offese, insulti, diffamazione, derisione per l’aspetto fisico o per la condizione socio-economica. Il bullismo può accompagnare il bambino dall’asilo(nelle prime lotte tra i più forti e i più deboli) fino al liceo, andando ad incidere profondamente sul suo carattere. Avremo, nella maggior parte dei casi, bambini e ragazzi introversi, chiusi, senza amici e che hanno difficoltà a relazionarsi anche con i pari e anche con il proprio nucleo familiare.
Il periodo storico che stiamo attraversando ha ormai condotto i nostri ragazzi a spostare la propria vita di relazione nelle piazze virtuali. Gli spazi di socializzazione online si dimostrano luoghi perfetti per il proliferare di atti violenti e discriminatori. Proprio negli spazi virtuali infatti, nasce il cyberbullismo, termine coniato da Bill Belsey per indicare una nuova forma di bullismo che si manifesta attraverso strumenti telematici. Esso si configura come un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato mediante la rete. Tendenzialmente il cyberbullismo si presenta come una nuova forma di bullismo che si differenzia da quella tradizionale in quanto avviene attraverso i dispositivi di comunicazione virtuali.
Alcune differenze possono riguardare nello specifico i protagonisti: i bulli solitamente sono studenti o compagni di classe conosciuti dalla vittima, i cyberbulli invece sono anonimi ed esprimono il loro potere attraverso il dominio, entrambi non mostrano capacità empatiche. Nel bullismo i testimoni delle azioni di prepotenza e di aggressività sono solamente i membri di un determinato ambiente (scuola, parco giochi) e restano circoscritte da uno spazio, mentre i contenuti usati dai cyberbulli possono essere diffusi in tutto il mondo.
Gli attacchi inflitti dai cyberbulli si configurano spesso come più violenti rispetto a quelli del “bullo tradizionale”, poichè i primi, oltre a poter mantenere l’anonimato, hanno un pubblico più ampio e addirittura possono riuscire a controllare le informazioni personali della vittima. Il “materiale” usato dai cyberbulli può essere diffuso in tutto il mondo, un commento, un’immagine o un video, una volta pubblicati, possono essere potenzialmente in uso da milioni di persone.Il bullo virtuale non vede le conseguenze delle proprie azioni e questo in parte può ostacolare la comprensione empatica della sofferenza provata dalla vittima.
Sulla base delle informazioni finora descritte, non posso omettere una riflessione sul fenomeno del “revenge porn” che, come il cyberbullismo, si configura come una nuova forma di prevaricazione frutto anch’essa della grande diffusione delle relazioni online.
Il revenge porn è una vera e propria pornografia non consensuale, un vero e proprio reato sessuale che consiste nella divulgazione online di immagini intime senza il consenso del soggetto protagonista, con l’intento di umiliarlo e di danneggiarne la reputazione.
Una condizione che ha contribuito alla diffusione del revenge porn è sicuramente il fenomeno del “sexting”(invio di messaggi e/o materiale multimediale a carattere sessuale) che può avvenire tra due parti consenzienti o in altri casi,come avviene sempre più frequentemente, una delle parti coinvolte inoltra tale materiale intimo ad altri, senza il consenso dell’altra persona.
Risulta evidente come bullismo , cyberbullismo, revenge porn e tutte le nuove forme di prevaricazione che nella rete stanno trovando terreno fertile, possano condurre a conseguenze spaventose.
Tra i rischi principali rintracciamo sicuramente quello legato all’abbandono scolastico e alla possibile insorgenza di disturbi d’ansia. Le vittime di attacchi possono manifestare improvvisi e drastici mutamenti dell’umore e tendono a chiudersi in sé stessi vivendo una costante sofferenza. Temono di subire ulteriori violenze qualora raccontassero a qualcuno quanto subito e per tale ragione provano un profondo senso di vergogna. L’abbandono scolastico e la limitata vita sociale sono segnali da non sottovalutare.
A seguito di quanto finora detto, bulli e vittime appaiono agli antipodi, facce però della stessa medaglia, uniti dalla solitudine, dall’incapacità di esprimere le proprie emozioni e di relazionarsi in modo “sano”. Se le vittime,come detto prima, tendono a trovare scuse per non andare a scuola, sono spesso tristi e preoccupate. I bulli invece non riescono ad esprimersi se non attraverso la rabbia e l’aggressività.
Per questo in ambito giovanile risulta fondamentale lavorare sul fenomeno il maniera complessiva e su tutti gli attori coinvolti.
Arginare il fenomeno del bullismo così come quello del cyberbullismo, non è sicuramente azione semplice, ma è particolarmente importante che i ragazzi riescano a superare il senso di vergogna chiedendo aiuto ad una figura di riferimento adulta, aprendosi al dialogo ed al confronto.
Il ruolo della famiglia e della scuola infatti risultano determinanti. Bisognerebbe dunque imparare ad osservare ed ascoltare i segnali di disagio manifestati dai ragazzi, rendendoli consapevoli di quanto vivono ed incoraggiandoli a raccontarsi.
Che si tratti di bulli o di vittime, c’è sempre una sofferenza nascosta che andrebbe accolta e trasformata.
Riguardo il cyberbullismo e il revenge porn è inoltre, importante sapere che ogni informazione divulgata in rete lascia l’impronta e la possibilità di risalire all’artefice degli attacchi.
La sfida che dobbiamo vincere noi come Scuola, insieme alle Istituzioni e alle famiglie, é quella di realizzare un progetto sinergico che possa realmente agire per rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale affinché si riesca a offrire un percorso di sensibilizzazione e conoscenza rivolto a tutti.
Mariassunta Miglino
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