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Saronno è l’ottava città europea per tasso di mortalità per PM2,5

A rivelarlo è uno studio condotto da ricercatori dell'Institute for Global Health di Barcellona pubblicato a gennaio 2021

Saronno generico

È Saronno ad aggiudicarsi l’ottavo posto della classifica europea sulla mortalità annuale dovuta all’inquinamento atmosferico da PM2,5. La classifica riguarda 858 città europee e i risultati sono stati ripartiti in base a due fattori: il particolato fine (PM2,5) e il biossido di azoto (NO2 ).

«La classifica si basa su un punteggio del livello di mortalità assegnato a ciascuna città – si legge nello studio condotto da ricercatori dell’Institute for Global Health di Barcellona -. I punteggi sono stati calcolati utilizzando un algoritmo che tiene conto dei tassi di mortalità, della percentuale di mortalità prevenibile e degli anni di vita persi a causa di ciascun inquinante atmosferico».

Proprio per quanto riguarda le polveri sottili Saronno con una media annuale di 27.1 PM2,5 si aggiudica il risultato peggiore: l’ottavo posto della classifica, dietro le città italiane di Brescia (1°) Bergamo (2°) e Vicenza (4°).

In base al diossido di carbonio (NO2) Saronno si posiziona invece al 98esimo posto.

Busto Arsizio è undicesima in Italia e 19esima in Europa per quanto riguarda il PM2,5 nell’aria, Gallarate e Varese sono 19esima e 20esima in Italia, mentre per quanto riguarda il NO2 Gallarate è la città più problematica in zona, al 53esimo posto europeo e al 5° in Italia, seguita da Busto Arsizio 76esima in Europa e nona in Italia.

Lo studio evidenzia che se venissero applicate le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità potrebbero essere evitati 46 decessi all’anno sul PM2,5. Secondo l’istituto di sanità delle Nazioni Unite le concentrazioni all’aperto di PM2,5 infatti non dovrebbero superare un valore medio annuo di 10 µg / m3, mentre per il diossido di azoto il limite esterno consigliato è di 40 µg / m3.

Il PM 2,5 è una tipologie di quelle che sono definite polveri sottili. Può essere in minima parte di origine naturale, ma per gran parte è originato dai motori delle auto, i freni degli autoveicoli, il riscaldamento delle abitazioni. Si calcola che per una presenza di PM 2,5 superiore di 10 punti rispetto al massimo consentito vi sia un incremento della probabilità di contrarre il cancro pari al 7%. Più le polveri sono sottili più sono pericolose per la salute. Il PM10 ad esempio è più “grosso” e raggiunge solo i bronchi, la trachea e le vie respiratorie superiori, mentre il PM2,5 è più “piccolo” ed è in grado di penetrare negli alveoli polmonari con eventuale diffusione nel sangue.

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Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 20 Gennaio 2021
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