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#Ioapro, la protesta di bar e ristoranti arriva anche a Saronno: le posizioni dei commercianti

L'iniziativa è rimbalzata sui social con l'hastag #Ioapro e prevede l'apertura dei locali contro le disposizioni governative. A Saronno c'è chi aderisce, chi rinuncia per non violare la legge e chi propone soluzioni alternative. A prendere posizione anche Confesercenti e Ascom

Generica 2020

La protesta di bar e ristoranti contro le chiusure prolungate imposte dal governo arriva anche a Saronno. Sui social è rimbalzata l’iniziativa contrassegnata dall’hastag #Ioapro, con la quale diversi locali di tutta Italia decideranno di riaprire dalla giornata di venerdì 15 gennaio, contro le disposizioni del Dpcm ma sempre nel rispetto delle misure anti Covid.

La protesta per riaprire bar e ristoranti tra adesioni in provincia e voci contrarie

La protesta non ha una vera e propria organizzazione e sta ottenendo da una lato l’adesione di singoli ristoratori e titolari di attività in tutto il territorio nazionale e dall’altro le voci contrarie di chi si schiera apertamente contro l’iniziativa.

Così come in tutta la provincia di Varese, dove si segnalano adesioni e opposizioni, anche a Saronno le posizioni degli esercenti sono opposte: c’è chi ha scelto di partecipare, pronto a riaprire i propri locali, e chi invece ha deciso di non infrangere la legge e di rispettare le norme ministeriali.

Tra i locali che riapriranno c’è la caffetteria “Annina Caffè” di via Varese: «Il governo non è presente per noi ristoratori, non ci ha supportato in niente, quindi decidiamo di aderire a questa protesta – spiega il titolare del bar, Michele -. La ristorazione è chiusa ormai da quasi un anno e la pandemia va avanti, quindi la colpa non è nostra, ma siamo in assoluto la categoria più penalizzata. Il governo ha dimostrato incompetenza, cambiano colore alle regioni da un giorno all’altro e non ci danno supporto e certezze economiche. Quindi è arrivato il momento di scendere in piazza a protestare. Per questo domani apriremo il nostro locale».

Sul gruppo facebook “sei di Saronno se..” si segnala anche l’adesione di un altro locale della zona, il bar “20zero24” di via Milano a Garbagnate Milanese: «Chiedere di lavorare è un nostro diritto – spiega in un post sul gruppo facebook una barista del locale -, soprattutto dal momento che paghiamo le tasse. Negozi casalinghi aperti, negozi di giocattoli aperti, parrucchieri aperti, centri estetici.. Sono necessità? No. La legge è uguale per tutti, o tutti o nessuno».

Tra le attività di Saronno è pronta ad aderire alla protesta anche Valentina, proprietaria del neonato bar “Caffetteria la Vale” di via Miola: «Ho riflettuto molto, e alla fine ho scelto di aderire – ci spiega -. Non è possibile tenerci sempre chiusi, piuttosto si facciano entrare due tre persone alla volta. Ma così non ce la facciamo più. Questo non è lavorare e la legge è uguale per tutti, per noi e per tutte le altre categorie che invece possono lavorare. Ovviamente il tutto sarà sempre nel pieno rispetto delle misure di sicurezza».

Valentina ha deciso di muoversi anche promuovendo una soluzione alternativa: con un video diffuso sui social, si è infatti proposta come punto di riferimento per una raccolta fondi a sostegno della sua categoria, con lo scopo di dare un’impronta diversa alla reazione di bar e ristoranti in questa questa situazione di difficoltà e con la volontà di lanciare un segnale chiaro alle istituzioni.

«Vorrei dare un’impronta diversa e far capire al governo che non ci stanno supportando – prosegue la titolare del bar -. In altri Paesi danno aiuti concreti, a noi danno l’elemosina. Voglio propormi come punto di riferimento per una raccolta fondi a favore della nostra categoria, ma soprattutto per far capire al governo che dobbiamo arrangiarci e cavarcela da soli».

 

Dall’altro lato c’è chi ha invece deciso non prendere parte alla protesta e di rispettare le disposizioni del Dpcm, proseguendo l’attività come con l’asporto o la consumazione all’esterno dei locali, come prevede il decreto.

Tra questi, il noto ristorante di Saronno “La Perla” di via Marconi: «Siamo a conoscenza di questa iniziativa, ma non aderiamo – spiegano i titolari -. I contagi aumentano nonostante le chiusure di bar e ristoranti e quindi il problema non è di certo la ristorazione, ma nonostante le difficoltà non vogliamo violare la legge e rischiare di incorre in sanzioni. Se da questa iniziativa il governo deciderà di muoversi in maniera concreta ben venga, ma non vogliamo rischiare multe in una situazione che dal punto di vista economico è già complicata. Lo facciamo anche a tutela dei nostri clienti. Ci atteniamo alle disposizioni ministeriali e proseguiamo con l’asporto e la consegna a domicilio».

Sulla stessa linea si è espressa Confesercenti, mentre Ascom ha chiesto al Governo provvedimenti decisi per permettere una riapertura secondo regole stabilite e precise.

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Pubblicato il 14 Gennaio 2021
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