Quel tram fumante che attraversava Saronno
Veniva da Milano ed è stato tra i primissimi tram a vapore intorno alla città della Madonnina. Durò mezzo secolo, alle prese anche con ostacoli che sembrano un po' l'Italia di sempre
Si fece battere solo di due mesi e mezzo, Saronno, e la “corsa” la vinse allora Vaprio d’Adda, che conquistò il titolo di primo borgo intorno a Milano raggiunto dal tram a vapore.
Il primo tram arrivò così a Saronno il 26 giugno 1878. Un anno di ritardo per colpa (già allora!) della burocrazia: la “Società Belga di Tramways e Ferrovie Economiche di Bologna, Roma e Milano” aveva già posato i binari (su cui si muovevano le prime vetture trainate da affaticati cavalli) e il 4 ottobre 1877 era riuscita a far muovere una piccola locomotiva tipo Brown, ma non si sapeva esattamente a chi spettasse dare l’autorizzazione. Toccava alla Provincia di Milano? O al governo? Un po’ come le bici qualche anno dopo o un po’ come per i monopattini oggi, la tecnica arrivava in anticipo su regole e leggi.
Alla fine gli inghippi burocratici furono risolti, il 26 giugno 1878 le locomotive iniziarono a circolare e due mesi dopo iniziò il servizio a vapore normale. Nello stesso anno il binario raggiunse anche Tradate: a differenza delle ferrovie, che richiedevano la costruzione di ponti e gallerie, il tram era poco più che due rotaie messe lungo la strada, si faceva in fretta a costruire una linea. A Saronno passava dalle strade che già esistevano, quindi anche dalla piazza Umberto I (attuale piazza Libertà) e dal santuario.
La velocità era – per quei tempi – sufficiente: 15 km/h, quella di un cavallo al trotto! In compenso dietro alla locomotiva si potevano aggiungere almeno tre carrozzette, buone per trasportare anche cento persone. La partenza a Milano avveniva dal Foro Bonaparte, appena fuori dalle mura della città e vicino al castello e al quartiere (allora popolare) di Brera.
Una delle prime locomotive “Brown” costruite dalla svizzera SLM: traina tre carrozzetteIl tram a vapore saronnese nacque con più di un problema: quasi fossimo già ai nostri tempi si trovò a combattere da subito contro la burocrazia ma anche nei tribunali. Perché? Il tram per Milano faceva lo stesso percorso del treno della “Società della Ferrovia Milano-Saronno e Milano-Erba” (poi Ferrovie Nord Milano), che intentò – senza successo – una causa civile per eliminare il concorrente.
Le Ferrovie Nord Milano però la ebbero vinta in altro modo: nel 1889 si comprarono anche il tram! Le stesse Fnm pochi anni dopo trasformarono in ferrovia anche un’altra linea di tram, la Saronno-Como (il treno fino a Rovello Porro e Lomazzo, non a caso, è ancora oggi proprio a fianco della strada).
Sul tram da Milano a Saronno alle primissime quattro locomotive costruite in Svizzera le Fnm aggiunsero altre vaporiere costruite in Germania dalla Krauss e dalla Henschel&Sohn. Queste macchine erano molto diverse dalle locomotive a vapore delle ferrovie: come si vede nelle foto avevano l’aspetto di “cubotti”, con le ruote, i cilindri e le bielle coperte il più possibile per evitare di spaventare i cavalli che allora erano i grandi protagonisti delle strade.
L’andatura lenta e un po’ zoppicante diede origine a diversi soprannomi in Italia, il più famoso è quello milanese affibiato alla linea per Magenta: “Gambadelegn” (la Milano-Gallarate invece era detta a Rho “sgincherlin”, serpeggiante, perché faceva tante curve e aveva tante carrozze). Il soprannome di Gambadelegn, che faceva del tram quasi un “personaggio”, è poi diventato sinonimo di tram a vapore in tutta la Lombardia.
Il tram fermo in piazza Umberto I, per far passare un funerale. A sinistra si riconosce il caratteristico negozio di “Coloniali” di Domenico Reina, visibile anche nella prima immagine dell’articoloQuando scomparve il tram? Già nel 1915 smise di circolare tra Saronno e Tradate, tra le primissime linee chiuse in Lombardia. Altre linee in quel periodo (ad esempio la Milano-Legnano-Gallarate) stavano passando dalle nere locomotive a vapore ai tram elettrici, dipinti in bianco forse anche per far notare quanto migliorasse il viaggio senza carbone e fumo di mezzo. Nessun cambiamento interessò il tram a vapore tra Milano e Saronno, che rimase invece in servizio per i primi anni dopo la Grande Guerra, fino al 1925.
Mappa del Touring Club Italiano: lungo la strada Milano-Saronno è indicato, con la linea tratteggiata, il tracciato del tram a vapore, che nel 1925 non arrivava più a Tradate ma faceva capolinea a Saronno passando per Caronno Milanese, odierna Caronno Pertusella. Curiosità: Pertusella nella mappa non è indicata, mentre lo è la più piccola frazione di BariolaDalla fine dell’Ottocento le Ferrovie Nord non avevano investito nulla nel rinnovo e dunque anche le più nuove delle locomotive iniziavano a sentire il peso degli anni: la linea (scrive Giovanni Cornolò nel suo monumentale libro “Fuori porta in tram”) “si estinse per obsolescenza”.
Il tram a vapore, con il suo ansimare, è spesso paragonato a una creatura viva, lo suggerisce anche il soprannome Gambadelegn: potremmo quasi dire che il tram da Milano a Saronno morì di vecchiaia, sereno, dopo aver visto crescere le nuove generazione. Il treno delle Ferrovie Nord andava già al triplo della velocità e pochi anni dopo a Saronno sarebbe arrivato anche il primo treno elettrico: la nuova generazione, il “nipotino” di quel vecchio tram.
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