“Ciao D10S”, i ricordi saronnesi di Maradona: storie e aneddoti del Napoli Club “Saronno Partenopea”
I ricordi commossi e gli aneddoti raccontati dal gruppo che rappresenta un piccolo angolo di "napoletanità" e di cultura partenopea a Saronno. C'è chi gli ha stretto la mano, chi l'ha visto all'opera e chi non può dimenticare i ricordi d'infanzia segnati da un idolo
Tutto il mondo ha reagito con cordoglio e commozione alla scomparsa di Diego Armando Maradona, per tanti indiscutibilmente il più grande calciatore di tutti i tempi. Società, giornali, personaggi famosi e grandi sportivi del passato e del presente: ognuno a suo modo ha salutato per l’ultima volta il Pibe de Oro.
A ricordare Maradona c’è anche il Napoli Club “Saronno Partenopea”: un piccolo angolo di “napoletanità” e di cultura partenopea con sede in via Caronni, che da 10 anni rappresenta il punto di ritrovo per restituire ai tifosi del Napoli che vivono nel Saronnese quel calore e quell’atmosfera inconfondibile che si può respirare solo vivendo la città e quello che ormai è l’ex stadio San Paolo, rinominato e intitolato proprio a Diego Armando Maradona, per rendere omaggio al più grande di tutti i tempi che, con quel 10 sulle spalle, ha lasciato a Napoli una traccia indelebile.
Tra fatti e aneddoti legati a Maradona c’è quello che ci racconta Giuseppe, membro del club addetto alla comunicazione, che ha avuto l’onore di stringere la mano per pochi istanti al Pibe de Oro su una passerella a Monte Carlo, in un contesto sicuramente diverso rispetto a un campo di calcio, l’habitat naturale del Diez.
«Mi trovavo a Montecarlo con la mia famiglia, è un ricordo di 15-16 anni fa – racconta Giuseppe -. Era in corso una cerimonia di premiazione e Diego è passato sopra la passerella: tutti erano vestiti per l’occasione, ma lui no, era in pantaloncini e maglietta. Camminava sulla passerella e non si è girato a guardare nessuno, io mi trovavo in un angolo e lo vedevo mentre mi passava davanti. Quando si stava allontanando mi sono deciso a fare un ultimo tentativo, facendomi coraggio, e l’ho chiamato gridando “Forza Napoli!”: nel mezzo della folla lui in quel momento si è girato, si è avvicinato e mi ha dato la mano. Ero estasiato, ancora adesso ho i brividi».
Giuseppe, scherzando, conclude così: «Lì per lì ho pensato che non avrei più lavato la mia mano che per pochi istanti aveva stretto quella del più grande di tutti. Maradona era semplicemente il punto di riferimento di ogni calciatore. Lui ci ha fatto vedere come si gioca a calcio, tutti gli altri possono solo imitarlo. Lui sta là, sopra tutti, è inarrivabile».
Altri due ricordi commossi sono quelli che ci regalano altri due membri del club “Saronno Partenopea”, Carmine e Giuseppe. Tra chi l’ha visto dal vivo mentre disegnava magie sul campo e chi invece ben ricorda le emozioni che solo un connubio come quello tra la città di Napoli e Maradona poteva regalare.
Questo il ricordo di Giuseppe:
«Io purtroppo non ho avuto modo di vederti dal vivo. Il mese dopo la mia nascita, hai calcato il prato del San Paolo per la tua prima volta, dove ad aspettarti c’erano 80.000 cuori azzurri e forse qualcuno in più, tutti per te. Hai incantato anche chi non conosceva la parola Calcio. In effetti tu lo eri. Ti ho vissuto un po’ come tutti quelli nati dall’84 in poi, tramite video, racconti e documentari. Mi sarebbe piaciuto vederti giocare almeno una volta. Solo dal racconto di chi ti ha veramente visto, mi sono innamorato di un Dio che ha fatto innamorare un popolo intero. Sei riuscito per tanti motivi a difenderci ancor di più dagli attacchi che ci riservavano molti di loro (e tutt’ora ancora) nei nostri confronti. Hai saputo portare gioia nelle nostre case…addirittura figli con i tuoi nomi, Diego e Armando. Non si può capire l’amore della maglia partenopea se non sei di Napoli. Ancora oggi per un gol sbagliato, si esclama: “se fosse stato Maradona, avrebbe fatto sedere tutti per terra compreso il portiere”. E questo dice tutto. Grazie per quello che i nostri occhi hanno potuto ammirare.. Grazie di tutto.. ma tu non sei morto. Resterai in eterno nel cuore di tutti noi tifosi del Napoli e non solo. I Re vengono sempre ricordati. E tu verrai ricordato nei racconti, da padre in figlio, per sempre. Ciao D10S»
(Giuseppe Cammarota)
Questo l’aneddoto che ci racconta invece Carmine, che ha visto Maradona con i suoi occhi gioendo per un suo gol, segnato su rigore:
«14 aprile del 1990: la mia prima volta allo stadio San Paolo. Avevo 6 anni, ricordo ancora quel giorno come fosse ieri: ero a casa di mia nonna Carmela come ogni domenica, c’era l’odore del ragù per casa, nonna aveva preparato per me e mio zio Nicola due “cuzzutielli” di pane con salsicce e friarielli. All’entrata dello stadio mi tremavano le gambe e mio zio mi disse: “Tranquillo che adesso Maradona le gambe le fa tremare agli avversari”. È così fu: vincemmo 3-0 e segnò anche Maradona su rigore! Diego tu per noi resterai eterno..!!! Ti amo D10S».
(Carmine Mauriello)
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