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Rotondi: “Street Art, uno strumento per creare bellezza nella città. Il caso Geco a Roma”

Riflessione del consigliere comunale del Pd Mauro Rotondi su street art e murales, partendo dal caso Geco a Roma per arrivare alla funzione della della street art nella città

Generica 2020

Riflessione del consigliere comunale del Pd Mauro Rotondi su street art e murales, partendo dal caso Geco a Roma per arrivare alla funzione della della street art nella città.

Può esistere Etica senza estetica? Quale ruolo hanno le opere artistiche nella riqualificazione di periferie e città dormitorio?  Oggi le amministrazioni attente e lungimiranti si giovano sempre più delle opere di SREET ART per rivitalizzare le città portando bellezza soprattutto in luoghi di emarginazione. Lo spunto per una riflessione ce lo fornisce la storia del writer romano Geco, sorpreso e denunciato pochi giorni fa dopo un’operazione, udite udite, di intelligence internazionale.

Geco, per chi non lo conoscesse, ha dipinto muri di grandi città, principalmente zone periferiche e disagiate, abbellite e riqualificate attraverso le sue opere artistiche; ha posto la sua firma in posti apparentemente irraggiungibili e inaccessibili con alcune varianti (tra cui quello più famoso, realizzato a Roma in via Magna Grecia, ‘Geco ti mette le ali‘) e al pari di altri grandi writers ha contribuito a far emergere la cosiddetta street art, in cui rappresentazione del disagio, provocazione e reinterpretazione della realtà trovano sempre più espressione in un’estetica raffinata e ricercata in cui l’arte si pone al servizio della riqualificazione restituendo dignità ai luoghi.

Anche se gli imbrattatori esistono ancora sembra trascorsa un’eternità da quando i writers erano considerati artisti frustrati e distruttivi, guardati di traverso dalla comunità. Oggi, in grandi e piccole città di tutto il mondo sono sempre di più le opere realizzate e la street art non è più vista come arte povera.

In tutto ciò la Sindaca di Roma Virginia Raggi ha commentato in maniera pomposa la denuncia di Geco, pubblicando un dettagliato post con tanto di foto di bombolette sequestrate e dichiarazione trionfante della cattura del writer.

L’atteggiamento è sembrato di pessimo gusto. Sia chiaro: imbrattare i muri è reato e per questo la legge farà il suo corso. Geco è un ragazzo di 30 anni e conosce bene le regole del gioco, ora che è stato smascherato e il gioco è finito dovrà cambiare per forza la sua poetica.

Ma trattare Geco come se fosse Matteo Massina Denaro come ha fatto la sindaca di Roma è parso un atteggiamento irriguardoso e contradditorio, soprattutto perché la sindaca di Roma risulta essere un’ ammiratrice di Bansky, il grande writer, di cui segue il profilo Instagram e di cui ha promosso una mostra a Roma con tanto di patrocinio del Comune nonostante anche Banksy “sporchi” i muri.

Tra Bansky e Geco, non c’è infatti differenza. Entrambi fanno la stessa cosa, entrambi per le loro opere non chiedono il permesso. Banksy, artista planetario, realizza opere spettacolari di denuncia sociale sui muri in diverse parti del mondo, Geco ripete soprattutto la sua firma in posti apparentemente irraggiungibili e inaccessibili con alcune varianti (tra cui quello più famoso, realizzato a Roma in via Magna Grecia, “Geco ti mette le ali”). Banksy agisce con incursioni, la sua identità non è nota e le sue opere non vengono annunciate.

Anche Banksy, finora imprendibile, è stato denunciato dalle polizie di tutto il mondo e di sicuro il governo israeliano non è stato contento dei disegni realizzati dall’artista sulla Striscia di Gaza. Quindi perché Bansky si e Geco no? Per fortuna la mobilitazione non si è fatta attendere e un mail bombing di protesta e indignazione ha inondato la casella di posta della Sindaca con frasi non certo lusinghiere.

Coinvolgere gli street artists è oggi un modo moderno e innovativo per avviare processi di inclusione in luoghi dimenticati. La bellezza estetica di un luogo ne determina poi la rinascita sotto tutti i punti di vista. Di recente un murales gigante raffigurante Gigi Proietti è apparso nel quartiere di Roma Tufello, quartiere d’origine dell’attore, un tempo luogo di emarginazione e disagio di cui vergognarsi. Oggi gli abitanti sono orgogliosi di abitare nel quartiere di Gigi Proietti, fieri dello splendido murales.

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Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 24 Novembre 2020
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