Ascom: “I contributi al Commercio della Regione Lombardia sono un segnale importante”
I presidenti delle cinque Ascom della provincia di Varese apprezzano l’intenzione di prevedere indennizzi anche per le imprese escluse dai decreti ristori. Il nodo firma elettronica e parametri sulla diminuzione dei fatturati
«I contributi per la Lombardia a fondo perso sono un segnale importante. Apprezziamo le buone intenzioni del governatore Fontana che, pur in un momento di difficoltà economica persino per la Regione, ha trovato le risorse per indennizzare anche le attività escluse dai ristori governativi».
I cinque presidenti delle Ascom delle Provincia di Varese (Giorgio Angelucci, Varese; Rudy Collini, Busto Arsizio; Renato Chiodi, Gallarate; Andrea Busnelli, Saronno; Franco Vitella, Luino), accolgono con favore l’iniezione di fondi straordinari (167 milioni di euro) deliberata dalla giunta regionale.
«Avevamo chiesto e continuiamo a chiedere», rimarcano i presidenti, «una compensazione a favore delle attività commerciali che pur potendo restare aperte stanno registrando il crollo degli incassi, evidentemente causati dal lockdown nelle zone rosse. Appello prontamente accolto dalla Regione Lombardia, che perciò ringraziamo. Ci rendiamo conto che i fondi sono limitati, che non tutti saranno accontentati, ma registriamo con ottimismo questo passo avanti verso gli imprenditori del commercio. È questa la strada da seguire con ulteriori indennizzi anche a livello nazionale».
Firma elettronica e diminuzione fatturati Confcommercio provincia di Varese, nell’anticipare che segnalerà l’esclusione dal bando “Lombardia sì” di alcuni codici Ateco, si farà promotrice della richiesta di alcuni “accorgimenti” che possano rendere la partecipazione ai bandi, e perciò l’ottenimento degli indennizzi, più semplice. A partire dall’obbligo oggi previsto delle firma elettronica in calce alla domanda: «Non tutti gli imprenditori sono attrezzati in tal senso».
Anche il criterio di selezione basato sulla diminuzione del 30 per cento del fatturato nel periodo marzo-ottobre lascia qualche perplessità: «Nei mesi del primo lockdown questa soglia è stata abbondantemente superata, ma da giugno in poi, complice la riapertura delle attività, il prolungamento del periodo dei saldi e le non chiusure nel mese di agosto, in pochissimi hanno registrato incassi inferiori del 30 per cento. La media sull’intero periodo potrebbe perciò limitare il numero degli aventi diritto all’indennizzo regionale, escludendo attività che sono in crisi e per le quali questo lockdown a macchia di leopardo rischia di essere una mazzata quasi definitiva». «Siamo certi», proseguono i presidenti, «che la Regione prenderà in seria considerazione le nostre eventuali segnalazioni».
La richiesta dei cinque presidenti «Non si pensi che i due decreti ristori e i ristori regionali siano sufficienti a compensare i danni economici causati al settore del commercio dalle chiusure. Questi provvedimenti, così come ha ribadito più volte il nostro presidente nazionale Carlo Sangalli, devono essere considerati solo un punto di partenza e non certo di arrivo. Per evitare che migliaia di imprese muoiano serve ben altro: oltre ad altri e più consistenti aiuti a fondo perso occorre intervenire su tasse e tariffe a carico delle imprese, il cui congelamento serve soltanto a spostare il problema e non certo e risolverlo».
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