Rescaldina, futuro in bilico per una decina di lavoratori ex Auchan: «Non dormiamo la notte»
Destino incerto per una decina di dipendenti dell'ex Auchan che non rientrano né tra chi è stato riassorbito da Margherita Distribuzione, né tra chi ha accettato l'uscita anticipata
Mentre Rescaldina saluta la fine di un’epoca con il passaggio dell’ipermercato di via Togliatti da Auchan a Conad, dopo una storia ventennale che aveva visto l’uccellino rosso e verde diventare a tutti gli effetti parte integrante dello skyline del paese, resta in bilico il futuro di una decina di lavoratori che non rientrano né tra i 205 riassorbiti da Margherita Distribuzione, né tra gli 83 che hanno accettato l’esodo, ovvero l’uscita anticipata in cambio di una buonuscita.
«La notte non riusciamo più a dormire». L’amarezza per la perdita del posto di lavoro e la preoccupazione per il domani pesano come macigni sulle spalle dei lavoratori: per loro fino a fine dicembre rimane aperta la cassa integrazione, ma dal prossimo anno sul futuro si allunga un grosso punto di domanda, con lo spettro di un possibile licenziamento per esubero di personale. Rimane per ora in stand by anche l’ipotesi di un ricollocamento attraverso le vetrine che troveranno posto al piano superiore del centro commerciale, nell’area finora occupata dall’ipermercato: prima di poter concretamente percorrere questa strada, infatti, bisognerà attendere che venga definito il futuro di questi spazi, per i quali le indiscrezioni parlano di un possibile interessamento anche da parte di Ikea, che potrebbe aprire uno spazio dedicato a consulenza, progettazione e raccolta ordini.
In questa situazione di incertezza, i dipendenti incontreranno nei prossimi giorni ancora una volta i sindacati per fare il punto della situazione e decidere i prossimi passi. Intanto si fa strada l’idea di una manifestazione per far sentire la propria voce e ribadire ancora una volta la volontà di riavere il proprio posto di lavoro. La speranza, per loro, è che la trattativa si sblocchi e gli esiti riportino uno sprazzo di sereno in un momento storico già di suo segnato dalle preoccupazione legate ad un’emergenza sanitaria che sta diventano sempre più anche emergenza economica.
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