Nel piazzale dell’Esercito dove i malati del Varesotto partono verso tutta la Lombardia
Per alleggerire la pressione sugli ospedali della Provincia è stato attivato un punto di accesso per pazienti con sintomi respiratori. Un medico effettuerà la visita per capirne la gravità e farà il tampone, poi chi deve essere ricoverato verrà inviato in altri ospedali della regione
Si chiama Check Point Clinico Avanzato. Un nome complicato per un’idea molto semplice: alleggerire la pressione sugli ospedali della nostra zona, nuovo epicentro della pandemia da Coronavirus. È questo infatti lo scopo della struttura operativa da mercoledì 11 novembre nel grande piazzale davanti alla Caserma del Nato Rapid Deployable Corps di Solbiate Olona, un grande parcheggio riadattato in cui accanto alle tute mimetiche da ieri ci sono le divise dei sanitari.
«Qui possiamo fare la valutazione dei pazienti del territorio che hanno sintomi riconducibili al covid ma che sono in condizioni non critiche» spiega la responsabile dell’AAT 118 di Varese, Sabina Campi. Un’attività che fino al giorno in cui è stata aperta questa struttura poteva essere fatta solo all’interno dei Pronto Soccorso degli ospedali, già messi duramente alla prova, e che ora potranno vedere alleggerirsi il flusso di sospetti covid fino a circa 30 pazienti ogni giorno.
Un minor carico che non riguarda solo il Pronto Soccorso ma anche tutti gli altri reparti. «Appena arriva un paziente -continua la dottoressa Campi- il nostro personale effettua un tampone rapido che ci dà una risposta in 25 minuti. Nel frattempo viene effettuata una visita e sulla base delle condizioni viene valutata la possibilità di mandare a casa il paziente e affidarlo al medico di medicina generale oppure se dev’essere ospedalizzato e può fare un percorso più lungo viene mandato in strutture della Lombardia che ad oggi hanno una capacità ricettiva maggiore rispetto ai nostri». Un aiuto non indifferente se si considera che negli ospedali di di Busto, Saronno e Gallarate sono complessivamente 310 i pazienti covid ricoverati mentre in quelli riconducibili all’ASST dei Laghi il numero è quasi doppio.
Una valvola di sfogo per un territorio messo a dura prova in questa seconda ondata della pandemia che nasconde anche un grande sforzo organizzativo. Nasconde nel vero senso della parola, perchè sotto le tende mimetiche che hanno montato i militari è stata allestita anche una postazione di Areu per gestire al meglio il movimento dei mezzi in arrivo e in partenza da questo luogo.
Qui non si vogliono pazienti in attesa per ore e ambulanze tolte per troppo tempo dal servizio sulle strade. «Le ambulanze arrivano e nel giro di poco tempo tornano disponibili per i servizi nel territorio -spiegano -. Abbiamo infatti in operatività quattro mezzi ad hoc per trasportare le persone negli ospedali più lontani e possiamo contare anche sul supporto di ambulanze militari. Così una volta trasbordato il paziente l’ambulanza viene sanificata sul posto e può rientrare immediatamente in servizio».
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