Covid, a Varedo attivati due ambulatori per la diagnosi della malattia
L'assessore regionale al Welfare, Gallera: "Strumenti efficaci per chi necessita degli accertamenti. Una risposta adeguata che testimonia la collaborazione con il territorio"
Sono attivi presso la Asst di Monza a Varedo i primi due ‘hotspot’ territoriali per la diagnosi del Covid-19. Lo ha annunciato il direttore generale della Asst di Monza Mario Alparone, intervenendo questa mattina alla presentazione del nuovo servizio territoriale insieme a Paolo Bonfanti, direttore Infettivologia all’ospedale San Gerardo di Monza e docente universitario, Gianluca Peschi, direttore sociosanitario AsstMonza e Silvano Casazza, direttore generale della Asst Brianza.
HOTSPOT PUNTO DI RIFERIMENTO PER MEDICI E MEDICINA GENERALE
«La decisione di aprire gli ‘hotspot’ territoriali – ha sottolineato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera – integra le prestazioni della medicina territoriale con quelle specialistico-ospedaliere, offrendo ai medici di medicina generale un punto di riferimento di prossimità verso cui indirizzare chi necessita di un accertamento della patologia da Coronavirus».
«Il paziente inviato all’hotspot – ha aggiunto l’assessore regionale – sarà sottoposto a una visita specialistica e a una diagnostica adeguata e potrà quindi essere inviato a casa in telemonitoraggio oppure direttamente al ricovero in reparto, saltando quindi il passaggio in Pronto Soccorso. Una risposta efficace e rapida che pone la persona al centro del percorso di diagnosi e cura nell’ambito di una proficua collaborazione tra ospedale e territorio».
«Si tratta di strutture – ha spiegato il direttore generale della Asst, Mario Alparone – che hanno un duplice obiettivo: dare un servizio sul territorio al cittadino, che non sia necessariamente quello ospedaliero, e allentare la pressione nei Pronto soccorso degli ospedali. Ero convinto fosse necessario costruire un argine territoriale alle cure ospedaliere; perciò – ricostituita nella fase 2 la nostra Unità di crisi – ho chiesto ai nostri specialisti ospedalieri di costruire un percorso per i medici di medicina generale affinché possano capire, attraverso un questionario, se si tratta di un paziente che necessita di pronto soccorso, o se può rivolgersi a queste strutture territoriali o ricevere supporto a domicilio attraverso gli strumenti di telemedicina».
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