Si celebra in un modo diverso la Festa del Trasporto a Saronno in questo 2020 segnato dalla pandemia.

LA FESTA DEL TRASPORTO

L’emergenza sanitaria non ha permesso la tradizionale processione tra le vie cittadine con lo storico Crocifisso del Trasporto e così, nel rigido rispetto delle norme, la Comunità Pastorale ha organizzato un momento di raccoglimento e di preghiera in piazza Libertà.

Uno ad uno, tra mascherine, distanziamento e flussi regolati, i fedeli hanno potuto accendere e posare il proprio lumino attorno al Crocifisso della Prepositurale, esposto con grande cura al centro della piazza per circa un’ora.

I lumini sono consegnati all’ingresso dei due varchi predisposti attorno alle transenne che circondano la piazza e la grande Croce.

La volontà della Pastorale è stata quella di creare un momento suggestivo e silenzioso che potesse precedere di poco il calar del sole, per dare il giusto peso e valore a un giorno che rimane estremamente significativo per la comunità.

Come ormai da diversi anni ad oggi, al termine della celebrazione del Crocifisso in piazza sono state quindi raccolte le offerte per sostenere il Fondo Cittadino di Solidarietà’.

In mattinata, invece, si sono tenute due funzioni religiose: alle 10, l’Eucaristia solenne con la presenza del sindaco Airoldi, della giunta e delle Autorità Civili e Militari, insieme alle Associazioni cittadine, concelebrata da don Federico Bareggi e da don Paolo Fumagalli, che hanno ricordato il ventesimo anno di Sacerdozio.

Alle 10.30 è stata poi celebrata, dai sacerdoti originari di Saronno o che vi hanno svolto il loro Ministero, l’Eucaristia per ricordare tutti i defunti della città.

Questo il messaggio che il prevosto di Saronno, don Armando Cattaneo, ha voluto diffondere in occasione di un momento che resta centrale nella tradizione della comunità cristiana della città:

Moltissime chiese hanno la Festa del Crocifisso. Saronno no. Noi festeggiamo “il Trasporto” del Crocifisso: è diverso! Le antiche vicende storiche danno una spiegazione di perché si cominciò a festeggiarne il trasporto. Eppure la storia da sola non basta a spiegare l’immensa popolarità che questa festa mantiene ancora oggi, in questa città contemporanea che lega Milano con la Svizzera, la pianura con i laghi, la Bergamasca con il Piemonte. Se qui si festeggia “il Trasporto” del Crocifisso forse è perché a noi Saronnesi piace un Crocifisso dinamico, in movimento, che ama uscire fuori dalla sua chiesa e girare per le strade e le piazze. A noi piace un Crocifisso che non aspetta che sia la gente a fare il primo passo perché l’iniziativa la prende lui. Noi amiamo un Crocifisso che non tiene le distanze, ma che si infila negli uffici, nelle fabbriche, nelle case, che bussa ai cuori. Siamo strani a immaginarcelo così? No. Il Gesù vero, storico, quello dei Vangeli, è esattamente così. Ma forse il “Trasporto” vuole significare qualcosa di ancora più forte: quel Crocifisso porta già, nello splendore della croce d’argento sbalzato e lucente, i segni della Risurrezione. Allora non siamo noi che “trasportiamo” Gesù, è Lui che risorge, cioè compie un “balzo in avanti” inimmaginabile. Noi tutti rimaniamo indietro, increduli, come rimasero storditi e “tardi a capire” i suoi discepoli nei giorni dopo Pasqua. Loro, come noi, potevano forse accettare che Gesù “tornasse in vita”, cioè tornasse INDIETRO com’era prima, com’era stato per Lazzaro. Gesù Crocifisso e Risorto invece era scattato AVANTI, aveva creato la possibilità di un mondo nuovo, di una vita “oltre”, “aldilà”. Attenzione: non aldilà della morte, ma aldilà dell’odio, della cattiveria, della sofferenza, dell’indifferenza.