“Libertà per gli orsi in Trentino”: manifesti di Centopercentoanimalisti tra Saronno e Uboldo
Centopercentoanimalisti ha aderito alla protesta Nazionale: i militanti hanno affisso uno striscione sulla strada provinciale 527 tra Saronno e Uboldo
Libertà per gli orsi in Trentino #stopcasteller”. Questo lo slogan impresso a caratteri cubitali sui manifesti affissi dai militanti del movimento Centopercentoanimalisti in 20 città italiane, in occasione della tappa del Giro d’Italia di Madonna di Campiglio: Torino, Milano, Lodi, Tortona, provinciale 527 tra Saronno e Uboldo, confine Veneto – Trentino, Altopiano dei sette comuni (VI), Vicenza (zona fiera), Voghera, Viareggio, Belluno, Verona (Arena), Affi (Verona- supermercato Orvea catena del Trentino), Pavia, Roma, Foligno, Rimini, Cagliari.
Non si ferma infatti la protesta del Coordinamento Macachi Liberi verso la detenzione dei tre orsi M49, M57 e DJ3 presso il centro di recupero faunistico Casteller di Trento. La struttura, già al centro di indagini per un’ipotesi di maltrattamento ai danni dei tre plantigradi, a seguito di una relazione stilata dai carabinieri del cites dopo il sopralluogo del 14 settembre, è ormai da mesi al centro dell’attenzione di varie associazioni animaliste, seriamente preoccupate per lo stato di salute degli orsi.
I tre mammiferi, catturati e sterilizzati, attuano una serie di comportamenti fortemente stereotipati, che spesso sfociano in condotte autolesive, indici di un livello di stress molto elevato, manifestano irrequietezza, nervosismo e hanno smesso di alimentarsi. Gli orsi non costituiscono, di fatto un elemento di rischio né per le comunità umane, né per la fauna locale, pertanto non si riscontrano motivi validi per protrarre la loro condizione di prigionia, condizione che sta seriamente minando la loro stessa sopravvivenza.
Non solo uno slogan animalista quindi, ma una sentita richiesta affinché le istituzioni e gli organi preposti alla salvaguardia del benessere animale, intervengano il prima possibile per restituire la libertà ai tre plantigradi ed attuare politiche di convivenza tra l’essere umano e la fauna selvatica più rispettose ed etiche, tenendo ben presente che, in fondo, gli ospiti di boschi e montagne, non sono di certo gli orsi.
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