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Vivaio Saronno: una mappa concettuale racconta l’incontro dello scorso luglio con i giovani saronnesi

Continua la pubblicazione di contenuti sul sito di Vivaio Saronno. L'ultima pubblicazione è il racconto dell'incontro tra il nuovo proprietario dell'area dismessa e decine di giovani saronnesi avvenuto lo scorso luglio

Generico 2018

Continua la pubblicazione di contenuti sul sito di Vivaio Saronno, il progetto di rigenerazione urbana dell’area dismessa presente nel cuore della città in cui sorgevano gli stabilimenti saronnesi della fabbrica automobilistica Isotta Fraschini.

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L’area dismessa, che si trova a due passi dalla stazione di Saronno e che si estende per 120mila metri quadrati, è stata acquistata a novembre 2019 da Giuseppe Gorla, che ha dichiarato più volte di volerla trasformare in un “bene comune”.

L’area dismessa dell’Isotta Fraschini di Saronno è un bene comune che guarda all’Europa

Proprio lo scorso luglio decine di giovani saronnesi hanno incontrato il nuovo proprietario, assistito dall’avvocato Angelo Proserpio, in un incontro pubblico sul futuro dell’area organizzato dalla lista civica Augusto Airoldi Sindaco. In quell’occasione Gorla e Proserpio hanno delineato le linee del progetto di massima dell’area e risposto alle tantissime domande dei giovani presenti.

Ecco come il sito di Vivaio Saronno racconta l’incontro:

Come immaginare lo sviluppo dell’area ex Isotta Fraschini? Desideri, aspettative e voglia di partecipare delle giovani generazioni saronnesi prendono forma nella silhouette di una fabbrica che non c’è più per discutere di possibilità e di futuro. La grafica contiene le parole più ricorrenti degli interventi formulati all’incontro pubblico sulle aree dismesse interloquendo con Beppe Gorla e Angelo Proserpio lo scorso 21 luglio presso l’Aula magna della scuola Aldo Moro di Saronno.

Una mappa costruita qui coniugando i verbi all’infinito per dare spazio a processi e azioni, in cui si incrociano proposte, domande, paure sul futuro dell’area. Posare lo sguardo su queste parole dà conto della ricchezza con cui il dialogo si è sviluppato. Mancano invece i volti giovani e il colpo d’occhio su una sala affollata e composta: ragazzi diversi hanno ascoltato con attenzione i relatori ponendo domande precise, voci di una generazione che – lontana da ogni cliché – è interessata alla cosa pubblica e si trova a proprio agio nel discutere di beni comuni. Hanno portato domande a volte tecniche, alcuni sono studenti o giovani laureati, altre volte semplicemente parlando da cittadini, tutti paiono consapevoli della rilevanza del progetto di rigenerazione dell’area che ha mosso i suoi primi passi aprendo un cancello chiuso ormai da trentacinque anni a gruppi di cittadini (circa trecento in questi mesi), consentendo loro di visitare le vestigia di un glorioso passato industriale celate dal verde intenso di una fitta vegetazione spontanea.

Ripensare un’area dismessa delle dimensioni dell’ex Isotta Fraschini consente di immaginare una prospettiva sulla città che verrà, partendo dai limiti di quella in cui viviamo. La Saronno che verrà dovrebbe consumare meno suolo, essere più verde e attrattiva per le nuove generazioni, trovare leve di sviluppo sociale ed economico che passino dalla cultura e dalla formazione, anche in virtù della sua posizione strategica sull’asse Malpensa-Milano. Un tema centrale per il futuro sarà come sostenere questo processo di sviluppo alimentandolo con l’intelligenza di tutti, ovvero dare continuità e prospettiva a una nuova idea di città, un passo alla volta.

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Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 13 Ottobre 2020
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