Scuole superiori al freddo, la Finanza indaga: due arresti per truffe nelle certificazioni a Varese
L'inchiesta su impulso della Procura ha messo sotto la lente le manutenzioni agli impianti termici di alcuni istituti superiori che nell'autunno 2019 videro una folta protesta studentesca
Studenti al freddo, manifestazioni e proteste negli istituti superiori varesini sfociate in misure disciplinari clamorose, con decine di sospesi prese dalla direzione scolastica. Succedeva l’anno scorso nel capoluogo.
E sulle cause alla base delle proteste dei ragazzi la Guardia di Finanza ha attivato un’indagine su impulso della procura della repubblica di Varese per verificare l’idoneità delle manutenzioni agli impianti di riscaldamento.
E dai primi riscontri è emerso che qualcosa non andava. Per questo sono state eseguite questa mattina, mercoledì due misure cautelari firmate del giudice per le indagini preliminari ai danni di altrettanti professionisti cui era affidata la certificazione dei lavori di manutenzione sugli impianti, certificazioni fasulle secondo i finanzieri che hanno messo nei guai i due tecnici ora uno agli arresti domiciliari e l’altro colpito dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Varese ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare (un arresto ai domiciliari e un obbligo di firma) nei confronti di 2 professionisti ritenuti responsabili dei reati di truffa aggravata in danno di ente Pubblico, frode in pubbliche forniture e falsità ideologica.
Contestualmente sono stati sequestrati oltre 850 mila euro nei confronti di 5 società ritenute coinvolte negli illeciti.
I provvedimenti, emessi dal Tribunale di Varese, giungono al termine delle indagini condotte e coordinate dalla Procura di Varese che hanno fatto luce sulle condotte perpetrate ai danni della Provincia da 2 professionisti esterni incaricati rispettivamente di vigilare sulla corretta esecuzione dei lavori e del collaudo del contratto di appalto – del valore di oltre 29 milioni di euro- relativo alla gestione clima e riqualificazione tecnologica degli edifici della Provincia.
Dalle investigazioni sarebbe emerso che, almeno a partire dall’anno 2016, uno dei professionisti, quale direttore esecutivo del contratto, avrebbe falsamente attestato la regolarità esecutiva dei lavori, nonostante non fossero stati realizzati completamente.
Tali inadempimenti sono stati quantificati in 2,5 milioni di euro dalle nuove imprese subentranti nell’appalto. In tale fase si è inserita la condotta del secondo professionista che, all’atto del collaudo finale avrebbe quantificato in 850 mila euro il valore delle opere non realizzate.
Le indagini hanno fatto emergere gli accordi, ritenuti illeciti dagli investigatori, intercorsi tra i due professionisti finalizzati ad alleggerire la posizione delle imprese inadempienti (per le quali, uno dì essi, da libero professionista, aveva prestato collaborazione). Tali forzature avrebbero portato alla redazione di un rapporto finale ed al rilascio del certificato di collaudo in cui sarebbero stati ulteriormente ridotti i valori delle inadempienze, arrivando a quantificarli in circa 250 mila euro.
Secondo quanto ritenuto dagli inquirenti le condotte rilevate nel corso delle indagini avrebbero provocato gravi effetti sulle attività didattiche dello scorso anno scolastico in numerosi istituti della provincia che sono state caratterizzate dal non corretto funzionamento degli impianti di riscaldamento durante il periodo invernale. Sono stati infine sequestrati oltre 850 mila euro nei confronti delle imprese inadempienti per responsabilità amministrativa degli enti derivante dalla commissione di reati.
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