Il test rapido salivare ideato dal dottor Azzi copiato in tutto il mondo
Numerose aziende stanno mettendo a punto dei kit di indagine sulla scorta degli studi scientifici ideati e compiuti con successo dal dottor Azzi e dal professor Fasano all'Insubria
Test rapidi salivari: un esame facile, non invasivo con risposte entro pochi minuti. È l’obiettivo che molti stanno cercando di raggiungere, realizzando dei kit di indagine veloce sulla presenza del Covid 19. È di poche ore fa la notizia che Diasorin ha posto la marcatura CE al suo test SimplexaTM Covid-19 Direct, un sistema di indagine che parte dalla saliva, raccolta in modo autonomo e consegnata ai laboratori.
Il grande fermento attorno a questi strumenti di indagine ha un unico punto di partenza: i laboratori di Biochimica e proteomica funzionale di Busto Arsizio dell’Università dell’Insubria. Lì, in piena pandemia, nell’aprire scorso, il dottor Lorenzo Azzi, ricercatore di odontoiatria ebbe l’intuizione di utilizzare la saliva per cercare la presenza del coronavirus. La sua idea era quella di realizzare uno strumento di indagine veloce e semplice, alla portata di tutti, così da risparmiare su personale, tamponi e dispositivi di sicurezza. Uno striscia, quale quella del test di gravidanza, che, attraverso reagenti particolari, desse il responso nel giro di pochi minuti attraverso una barra: « Abbiamo pubblicato due lavori – ricorda il dottor Lorenzo Azzi – Il primo, quello di aprile, in piena pandemia che dimostrava la presenza del Sars CoV 2 nella saliva, ottiene ancora oggi almeno una citazione a livello internazionale al giorno. L’Italia, con la sua ondata pandemica seconda solo alla Cina, ci ha permesso di anticipare gli studi che sono stati adottati a livello internazionale. Settimana scorsa, poi, abbiamo partecipato a una call con studiosi americani che volevano approfondire il nostro protocollo del test salivare. Oggi molte aziende stanno sviluppando kit che si basano sulla proteina spike, come noi, o sulla molecola RNA come il “test lamp” che assicura risultati in un’ora»
Un’intuizione che il dottor Azzi , insieme al professor Mauro Fasano, ha testato prima sui degenti e sul personale dell’ospedale di Varese, allargando la platea ad altre comunità particolari, sino al personale dello scalo di Malpensa. I risultati scientifici raggiunti hanno dato ragione alla sua idea. Dalla pubblicazione, che ha completato l’iter di laboratorio, il percorso del test rapido salivare sta ora continuando nelle aziende per l’industrializzazione dei dispositivi. Oltre al rapporto che l’Università dell’Insubria ha stretto con un’azienda di Reggio Emilia, altre esperienze industriali stanno nascendo. Al momento, le notizie di vendita di kit di indagine salivare sono ancora legate a un futuro prossimo, ma è certo che sul mercato, sta per concretizzarsi quell’intuizione nata a Varese: «È diventato il target del momento e quindi si stanno spostando tutti sul tema saliva – commenta il dottor Lorenzo Azzi – A seconda di come si mettono i reagenti all’interno del kit, può variare la sensibilità e la specificità. Il fatto che emergano più soluzioni con la stessa tecnologia e’ un segnale molto positivo, che quello che dicevamo a maggio e’ stato confermato anche da altri ricercatori. La ricerca scientifica di per sè è finita, è stata pubblicata ed è stata citata dagli altri studi che si occupano di saliva, non solo dei test rapidi ma anche dei tamponi salivari molecolari. Adesso il discorso è industriale. È necessario che si arrivi il prima possibile a mettere a disposizione della popolazione e delle autorità sanitarie un kit che permetta screening di massa in maniera non invasiva con performance alte».
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