Elezioni a Saronno, l’intervista a Novella Ciceroni
La biografia, le curiosità, il programma e le aspettative della candidata di Obiettivo Saronno
Cinque candidati alla poltrona di primo cittadino di Saronno. Cinque interviste a tutto campo per conoscere meglio gli aspiranti sindaci, capire quali sono i punti chiave dei programmi elettorali e i valori delle liste che li sostengono.
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Novella Ciceroni, classe 1973, insegnante di automazione industriale e robotica all’Itis Riva di Saronno, è la candidata sindaco per la lista civica Obiettivo Saronno. Unica donna del lotto di candidati, romana di origine, ha studiato ingegneria meccanica all’Università di Tor Vergata a Roma. Arrivata a Saronno nel 2000 perchè si è innamorata della città e della casa dove vive con la famiglia, vista dal treno e scelta in poco tempo. È sposata con un coetaneo finanziere e ha due figlie di 11 e 16 anni.
Prima dell’insegnamento ha lavorato per 13 anni in Siemens a Milano nel team specializzato nello sviluppo dei sistemi di architettura per il funzionamento dei cellulari Gsm. Ama il pianoforte, anche se non lo suona da parecchio: vorrebbe trovare il tempo per ricominciare, il piano lo ha portato dalla sua casa romana. Ha avuto il primo approccio con la politica 5 anni fa, sempre con lo spirito civico che caratterizza l’esperienza di Obiettivo Saronno, nata come associazione a maggio 2019 intorno ad un gruppo dirigente di donne (oltre a lei Lorella Moiso, Cristiana Dho, Sara Roccabruna), più la quota “azzurra” Luca Amadio.
LA LISTA – «È un gruppo scelto pescando nei vari quartieri e nelle diverse categorie professionali e di cittadini. I giovani sono entrati subito, partecipano e propongono, si occupano dei social, hanno avuto idee e danno una spinta importante. Ci sono avvocati, medici, architetti, professionisti: siamo pronti ad affrontare tutte le tematiche che servono per amministrare una città, le capacità e le competenze ci sono. C’è anche un gruppo di persone che ci supporta dall’esterno e che dà una grossa mano. È per quasi tutti noi la prima volta che ci misuriamo in una elezione, se i cittadini ci vogliono dare la possibilità possiamo offrire un grosso apporto alla città. Siamo l’unica vera lista civica, libera, indipendente e slegata dalle logiche dei partiti. Puntiamo ad andare al ballottaggio, sappiamo che la partita è aperta e che le possibilità ci sono in una tornata elettorale ricca di incognite e variabili. Il colore viola? Lo abbiamo scelto perché non lo aveva utilizzato nessuno, perche ci piaceva e perché dava un tocco femminile. Poi abbiamo scoperto che ha tanti altri significati positivi».
COME È CAMBIATA LA CITTÀ IN QUESTI 5 ANNI – «Saronno è ferma al 2000, anche a prima del 2000. È una città che ha grandi potenzialità, ma è bloccata. C’è degrado, non ci sono prospettive, non c’è sviluppo. Saronno è potenzialmente attrattiva turisticamente ed economicamente, per storia, identità, valori. Penso al complesso architettonico e artistico di Palazzo Visconti, dell’ex asilo, di Villa Gianetti: l’esempio di come non si dovrebbe fare, sono tre ricchezze abbandonate a sè stesse. In città c’è sporcizia, si pensa a spegnere i fuochi, alle emergenze quotidiane, senza una visione».
COSA C’È DA FARE/UN SOGNO DA REALIZZARE – «Palazzo Visconti è il motivo che mi ha avvicinato alla politica locale. Attraverso i bandi promossi da Fondazione Cariplo, che ho conosciuto collaborando con un’associazione milanese prima di cominciare ad insegnare nel 2014, c’è la possibilità di riqualificare il patrimonio culturale della città. Un bando che calza a pennello per Palazzo Visconti. Già 5 anni fa era un mio pallino, lo è ancora, anche se il tempo passa e il rischio di perdere questa risorsa si fa ogni giorno più concreto. Avevo anche conosciuto un architetto milanese che ha fatto la tesi su Palazzo Visconti nel 2004/2005: lui stesso sottolineava come il tempo passa e senza interventi concreti di riqualificazione il rischio è grande. Farne uffici comunali è impossibile, costerebbe troppo, anche la biblioteca è un progetto irrealizzabile: va riqualificato nella sua totalità pensando a qualcosa di diverso, di nuovo. Un altro sogno per Saronno è il campus universitario, una nostra idea messa in campo dai giovani che abbiamo in squadra. Sarebbe un’occasione per non farli scappare da qui e rimanere in città, dando un futuro e prospettive. A novembre siamo stati i primi a parlarne. Saronno è collegata con Milano, è come se fosse una stazione della metro, portare qui un campus universitario si può e potrebbe fare da volano, porterebbe economia, vita, risorse, scambio interculturale. Siamo entrati in contatto con i nuovi proprietari della ex Isotta Fraschini, abbiamo subito sposato la loro idea e speriamo possa essere concretizzabile. Sarebbe un’occasione unica per la svolta di Saronno».
I PUNTI CHIAVE DEL PROGRAMMA – «Nel programma ci sono le cose a cui teniamo di più, Palazzo Visconti e l’ex Isotta Fraschini sono tra questi. Ma c’è anche la Città Metropolitana, un concetto che un po’ spaventa il saronnese e che va spiegato e raccontato con tutti i pro e i contro. Stare con Milano porta vantaggi, Garbagnate ne è l’esempio. Non bisogna farsi spaventare. Pensiamo anche ad uno sportello commercianti per supportare e aiutare il commercio locale, creare dei percorsi interni alla città, piccole cose che servirebbero a rivitalizzare, invogliare a vivere la città insieme a chi ci lavora. Sui quartieri abbiamo parecchie idee, improntate sulla volontà di riqualificare la città, i parchi: quello in via Leonardo da Vinci è emblematico, c’è una situazione spesso insostenibile. Ci sono problemi di sicurezza, lo spaccio c’è, va fatto qualcosa anche in questo senso: sicurezza che vuol dire riqualificazioni e non solo più polizia, più telecamere, più controlli. Ci vuole il giusto mix. Vorremmo una città con più cura, anche in collaborazione con i cittadini. La partecipazione attiva è un’altra cosa su cui puntiamo, una comunicazione efficace al servizio dei cittadini, ascolto e trasparenza. L’ospedale è poi un tema che abbiamo a cuore, abbiamo partecipato alle riunioni del comitato per la salvaguardia, abbiamo sempre scritto dell’ospedale e in lista abbiamo chi si è battuto nel periodo del lockdown per aiutare e dare informazioni. Abbiamo incontrato il gruppo delle ostetriche che ci ha chiesto aiuto e da lì è nata l’idea della raccolta firme, promossa e portata avanti per tutto agosto e anche ora. Hanno aderito in tanti, negozianti, anche chi non ci voterà ma vuole dare una mano: tranne le forze politiche saronnesi, una cosa senza senso».
QUI TUTTO IL PROGRAMMA DI OBIETTIVO SARONNO
APPELLO AGLI ELETTORI – «Io sono una saronnese perchè ho scelto Saronno per viverci, per costruire la mia famiglia, la sento come la mia casa. Saronno è casa mia, Saronno genera appartenenza. Ci guida l’ottimismo, Saronno con noi può tornare ad avere l’appeal di una volta. Chiedo ai saronnesi di votare per me per una Saronno innovativa, al passo con i tempi, nel rispetto delle tradizioni. Noi siamo l’alternativa alle amministrazioni degli ultimi venti anni».
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