Origgio, la casa di riposo San Giorgio: “Ci siamo e ci saremo per i nostri ospiti”
La responsabile della casa di riposo San Giorgio di Origgio scrive una lettera indirizzata ai famigliari degli ospiti per riflettere sugli ultimi burrascosi mesi che a causa dell'emergenza la struttura ha vissuto
La responsabile della casa di riposo San Giorgio di Origgio, Pepe Grazia, scrive una lettera indirizzata ai famigliari degli ospiti per riflettere sugli ultimi burrascosi mesi che a causa dell’emergenza la struttura ha vissuto
Cari famigliari, mi rivolgo a Voi che siete sempre stati un bene prezioso per i Vostri cari e d’aiuto per la Nostra Casa, nella loro cura…
Una riflessione che voglio condividere con voi, rivolta a tutti coloro che hanno vissuto il distacco dai loro cari a causa dell’emergenza e a tutti quelli che hanno perso dei familiari durante questa fase, che è stata come una guerra.
Non posso restituire a nessuno i momenti che avete perso e che state perdendo, le carezze non date, i baci che vorreste, le mani che non toccano e non si stringono… ma che attraverso un vetro si muovono per attirare l’attenzione di ospiti che in alcuni casi sono peggiorati, che lontano da Voi hanno vissuto la tragicità del momento consapevoli e inconsapevoli.
Vivo il Vostro dolore e a volte non so come consolare chi sta soffrendo per queste distanze imposte, ma che con fiducia continua ad affidare a noi la gestione dei loro cari sostenendoci, anche quando il dolore si è fatto così forte da essere quasi insopportabile, perché Vi siete mancati e Vi mancate, perché gli sguardi non si incrociano più, perché le foto e le immagini non consolano più…
La Casa San Giorgio ha vissuto il Covid e affrontato una guerra con le scope in mano, senza sapere inizialmente se questo mostro esisteva e si aggirava davvero o era solo un fantasma fatto di paure e angosce… Non avevamo test per fare diagnosi, non avevamo presidi di protezione sufficienti, non avevamo le conoscenze, assenza di protocolli specifici…
La sofferenza di noi operatori sul campo, impotenti e spaventati di fronte a un virus subdolo e bastardo che non ha lasciato scampo di fronte alle fragilità di anziani già compromessi… Ci siamo riscoperti, distrutti per tanto dolore, ma con la voglia di ricostruire e arginare. Chiusi all’interno di Casa San Giorgio per contenere, e curare i nostri amati ospiti a costo della nostra stessa salute.
Il dolore incolmabile per i famigliari, per chi non ha potuto salutare la mamma, il papà per l’ultima volta, per chi non ha potuto abbracciare e baciare, stringere forte quella mano che Vi ha risollevato tante volte… Per chi ha perso la sua compagna o il suo compagno di vita, “seppelliti” nel silenzio di una preghiera senza parole, fatta di sole lacrime.
Voglio però dire che noi c’eravamo, che ci siamo sempre stati, che non li abbiamo mai lasciati soli, che hanno ricevuto tutte le cure e attenzioni, che quella mano l’abbiamo stretta noi, che fino all’ultimo abbiamo lottato… per ospiti che ci hanno dedicato un sorriso sereno anche quando le cose non si mettevano bene.
Voglio dirVi che il personale ha pianto i suoi morti, che Casa San Giorgio non è meno forte, ma solo ferita, perché questo virus ci ha radicalmente cambiati. Ci siamo risvegliati improvvisamente con la consapevolezza che non esistono certezze…
I Nostri ospiti vengono accuditi con cura, cercando di non far sentir loro la solitudine di questa emergenza nonostante i rigidi protocolli di prevenzione. La vita è, e rimane un dono a qualsiasi età e in qualsiasi condizione…! Oggi siamo sempre più certi che vogliamo continuare ad assistere i Nostri ospiti, lo facciamo con ancora più carica, voglia, e soprattutto amore….
Ringraziamo tutti Voi, i Nostri familiari, per la fiducia.
Con affetto
Pepe Grazia
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