Orsi e tori nei mercati finanziari: guadagnare con stile
Assolutamente paradossale, eppure risaputo dagli esperti del settore: è possibile guadagnare quando la borsa scende
Assolutamente paradossale, eppure risaputo dagli esperti del settore: è possibile guadagnare quando la borsa scende.
I crolli di borsa non sono auspicabili, ma l’ingegno umano ha trovato il sistema per trarre profitto anche in una situazione palesemente negativa per la maggior parte della gente.
Molto dipende dal tipo di obiettivi che si intende raggiungere giocando in borsa e dalla personalità del giocatore.
Nei due secoli appena trascorsi ogni “crash” dei mercati è stato tutt’altro che idilliaco per la popolazione generale.
Nel 1929, la crisi negli USA, fu la peggiore di tutti i tempi; tanto da innescare la Grande Depressione. Ci vollero circa 25 anni per ricostituire un certo tipo di equilibrio.
Un’altro crollo arrivò con l’avvento di Internet e della New Economy. Nei primi anni del 2000 esplose una bolla speculativa che trascinò con sé le aspettative di crescita illimitata per gli utili delle “imprese tecnologiche”.
In questo caso i tempi di ripresa si accorciarono ma dovettero comunque passare una decina d’anni.
Queste appena ricordate, sono situazioni estreme che hanno segnato la storia.
Quando si parla di speculare sulla borsa che scende ci si riferisce certamente a dinamiche meno disastrose.
Gli stili dei giocatori di borsa
Un trend discendente può avvenire per varie motivazioni: perché i titoli di un’azienda vengono gonfiati, perché arrivano notizie di prospettive economiche in peggioramento o perché una forza politica al potere non sostiene la scelta monetaria (da tenere presente il recente esempio dell’euro).
Anche il Coronavirus è stato causa di un crollo delle borse e come augurarsi di vivere simili tragedie?
Esistono crisi, crolli e tendenze discendenti. Per ogni caso esistono livelli distinti e per ogni situazione i giocatori di borsa esperti sanno se rimanere fermi o muoversi seguendo il profilo delle proprie strategie.
Nelle fasi di rialzo e ribasso dei mercati esistono fondamentalmente due polarità in cui gli investitori orientano il loro atteggiamento a seconda del flusso in cui si muove il capitale.
Nel gergo della borsa, chi compra strumenti finanziari attendendo l’aumento dei prezzi viene definito toro; quelli che invece vendono i beni che possiedono in attesa del calo sono denominati orsi.
L’origine di queste espressioni potrebbe risalire ad un’associazione di idee tra il comportamento degli animali in fase di attacco e l’andamento dei prezzi di mercato.
Quando il toro attacca lo fa con le corna seguendo un movimento dal basso verso l’alto, se invece è l’orso a colpire, utilizza gli artigli muovendo le zampe dall’alto della sua statura verso il basso.
“Vendere allo scoperto” è una classica attività da orso.
Viene chiamata anche vendita a nudo e consiste in un’operazione finanziaria utilizzata al fine di ottenere profitto in seguito al movimento ribassista di una borsa.
La vendita è “allo scoperto” perché chi vende non possiede direttamente il bene ma lo ha preso in prestito.
L’orso, quindi, è un tipo da operazioni finanziarie prettamente speculative e orientato su strategie temporali di brevissimo periodo.
C’è bisogno di ricordare, comunque, che la vendita allo scoperto non viene considerata un vero e proprio strumento d’investimento e dati gli effetti ribassisti viene sottoposta a determinate regole nella maggior parte dei paesi del mondo.
In ogni caso, anche i tori dovrebbero sapere che non è possibile ottenere rendimenti, che creino valore negli investimenti sul lungo periodo, senza accettare la possibilità di esporsi a perdite e crolli di borsa.
Il rischio più grosso infatti non è quello di un trend in discesa ma il fatto di non avere strategie adeguate per il proprio investimento e per la gestione dei rischi.
Il toro di bronzo, realizzato dallo scultore siciliano Arturo Di Modica, posto nei pressi della Borsa di Wall Street sta lì ad indicare qualcosa; ma forse anche i tori devono imparare a gestire le crisi.
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