“Il sesso senza consenso è stupro”. Rete Rosa firma l’appello di Amnesty International Italia
“Il sesso senza consenso è stupro”. È questo lo slogan della campagna di sensibilizzazione lanciata da Amnesty International – Italia e firmata anche da Rete Rosa, il centro antiviolenza presente a Saronno
“Il sesso senza consenso è stupro”. È questo lo slogan della campagna di sensibilizzazione lanciata da Amnesty International – Italia e firmata anche da Rete Rosa, associazione che a Saronno si occupa di fornire supporto a donne vittime di violenza.
«Firmiamo e condividiamo l’appello per chiedere la modifica della norma del codice penale che regola la violenza sessuale e combattere ogni pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza per il suo modo di vestire, o perché sotto l’effetto di alcol e droghe – scrive il Centro Antiviolenza di Saronno – Chiediamo a tutti i nostri amici di firmare l’appello e condividere il messaggio di Amnesty. Grazie di cuore».
L’Italia fa parte dei 23 paesi europei che definiscono lo stupro come atto basato sull’uso della forza, della minaccia di utilizzo della forza o della coercizione, senza però alcun riferimento al principio del consenso.
«Il reato di stupro non è definito esplicitamente come un “rapporto sessuale senza consenso” – rileva Amnesty International -. Perché un determinato comportamento sia considerato come stupro, e quindi sia sanzionato in tribunale come un reato, è necessario che concorrano diversi elementi della violenza, o della minaccia o dell’inganno, o dell’abuso di autorità. In nessuna di tali norme è richiamato l’elemento del consenso o la formula del consenso proposta, da ultimo, dalla Convenzione di Istanbul».
Amnesty International Italia ha chiesto al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di modificare l’articolo 609-bis del codice penale italiano così come la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, prevede. L’accordo internazionale infatti riconosce la violenza come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione e specifica che il consenso all’atto sessuale “deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto“.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat in Italia persiste il pregiudizio secondo il quale è della donna la responsabilità della violenza sessuale subita. Il 39,3% degli italiani ritiene che una donna è in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole. Il 23,9 % della popolazione ritiene che le donna possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire. Il 15,1%, inoltre, è dell’opinione che una donna che subisce violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in parte corresponsabile.
Per il 10,3% della popolazione spesso le accuse di violenza sessuale sono false (più uomini, 12,7%, che donne, 7,9%); per il 7,2% “di fronte a una proposta sessuale le donne spesso dicono no ma in realtà intendono sì“, per il 6,2% “le donne serie non vengono violentate“. Solo l’1,9% ritiene che non si tratta di violenza se un uomo obbliga la propria moglie/compagna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà.
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